Addio a Carlo Delle Piane: l’attore lavorò con Sordi e De Sica

È morto Carlo Delle Piane, attore che recitò al fianco di grandissimi come Alberto Sordi, Aldo Fabrizi, Totò e che strinse un sodalizio con Pupi Avati

Carlo Delle Piane si è spento ad 83 anni. L’attore aveva da poco festeggiato i 70 anni di carriera.

A dare la triste notizia la moglie Anna Crispino: l’attore Carlo Delle Piane è morto a Roma a pochi mesi dalla celebrazione dei suoi 110 film. Alle spalle una carriera cinematografica che annovera collaborazioni con alcuni dei più importanti registi e attori del cinema italiano. Molteplici i successi al fianco di Alberto Sordi, Aldo Fabrizi, Totò, De Sica fino poi ad arrivare ad un fortunatissimo sodalizio con il regista Pupi Avati durato un decennio.

La carriera di Carlo Delle Piane iniziò nel 1948, aveva solo 12 anni quando fu scelto da Vittorio De Sica e Duilio Coletti per interpretare Garoffi nel film Cuore. Nel 1950 arrivò il secondo lavoro nel cinema in Domani è troppo tardi di Léonide Moguy. Divenne un volto noto nel nuovo cinema così nel 1951 Steno e Mario Monicelli lo scelsero per ricoprire una parte al fianco di due giganti, Aldo Fabrizi e Totò in Guardie e ladri.

nel 1954 nel film Un americano a Roma in cui interpretava Romolo Pellacchioni detto “Cicalone”, l’amico di Nando Mericoni, interpretato da Alberto Sordi. L’attore nel 1973 ebbe un brutto incidente che lo tenne in coma per più di un mese, dopo riprese a lavorare anche grazie al genio di Pupi Avati, che riuscì ad esaltarne le doti drammatiche nel suo film Tutti defunti… tranne i morti. Sempre con Avati Delle Piane riscosse molto successo per i film Regalo di Natale e La rivincita di Natale.

Carlo Delle Piane fu anche insignito della la Coppa Volpi nel 1986 al Festival di Venezia, con il Nastro d’argento, il Globo d’oro e il Premio Pasinetti. Fu anche regista nel 1997, anno in cui diresse il suo unico film da regista, Ti amo Maria, in cui lavorò anche come attore; nel 2006 invece realizzò anche il disco musicale scritto da Massimo Bizzarri e Giuseppe Marcucci, intitolato Bambini.

Fonte: Corriere