L’arma dell’inganno – Operazione Mincemeat: la storia vera alla base del film con Colin Firth

L'arma dell'inganno si sofferma su una delle strategie di maggiore successo messe in atto nella Seconda guerra mondiale: l'operazione Mincemeat. Scopriamo cosa c'è di vero nel film con Colin Firth.

L’arma dell’inganno – Operazione Mincemeat si ispira ai reali avvenimenti che hanno spinto le forze alleate verso l’invasione della Sicilia nel 1943. Ma quanto di ciò che viene mostrato è davvero accaduto? Il film è basato sull’omonimo racconto dello storico Ben Macintyre. Tuttavia, gli stessi fatti sono stati trattati anche nel libro The Man Who Never Was del 1956 scritto dall’ufficiale dell’intelligence Ewen Montagu, che ha co-diritto la missione ed è interpretato da Colin Firth nel dramma britannico.

Le differenze tra evento storico e film

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Orchestrata da Montagu e dal collega ufficiale dell’intelligence Charles Cholmondeley insieme ai segretari Hester Leggett e Jean Lesley, la missione descritta ne L’arma dell’inganno – Operazione Mincemeat era un piano per ingannare le potenze dell’Asse e Hitler facendo credere volessero invadere la Grecia anziché la Sicilia. Approdare sulle coste dell’isola italiana per entrare nell’Europa Occidentale era la scelta giusta; dunque, gli uomini a comando dell’Asse stavano rafforzando lì le barriere e, di conseguenza, le forze alleate dovevano trovare un diversivo.

Orchestrato in collaborazione con il tenente comandante Ian Fleming (già, il futuro ideatore di James Bond), l’obiettivo era di sparpagliare documenti falsi, nei quali si descrivesse in dettaglio l’imminente irruzione nello Stato ellenico, su un cadavere e farlo trovare alle spie tedesche, cosicché prendessero i messaggi e li portassero a Hitler. Il lungometraggio esprime ripetutamente quanto fosse assurda un’operazione del genere e laboriosa da porre in atto. Eppure, nonostante ciò e il fatto che gli effetti non siano del tutto noti, la si ritiene una delle migliori di inganno tattico in termini di successo riscosso durante la Seconda guerra mondiale. Andiamo allora a vedere cosa della rappresentazione in scena è realmente accaduto e cosa no.

L’arma dell’inganno – Operazione Mincemeat mostra una vecchia fotografia del segretario Jean Leslie in una delle tasche del cadavere, messa dalle forze alleate per depistare lo schieramento nemico. Ciò riprende fedelmente quanto accadde, a differenza del triangolo amoroso tra Jean Leslie, Ewen Montagu e Charles Cholmondeley. Secondo la sceneggiatrice del film Michelle Ashford, Montagu e Leslie si sono davvero scritti come se fossero Bill e Pam, senza però accennare alla gelosia provata da Cholmondoley nei confronti della loro relazione. Per lo storico Ben Macintyre c’era effettivamente un interesse romantico tra le parti, ma, nel momento in cui lo ha chiesto alla vera Leslie, lei si è rifiutata di rispondere.

Il corpo del cadavere era quello di un senzatetto di nome Glyndwr Michael. Quasi tutti i dettagli sono corretti, tra cui il fatto che è stato sepolto in Spagna come “William Martin”, e solo nel 1996 il suo ruolo nella strategia attuata è stato rivelato e riconosciuto sulla sua lapide. D’altra parte, la sorella di Michael, determinata a reclamarne il corpo, è esclusivamente frutto dell’immaginazione. Ashford ha sottolineato come dietro vi fosse la volontà di ritrarre il “disordine della guerra” e rendere chiaro che Glyndwr era una persona e non un mero oggetto di scena.

L'arma dell'inganno - Operazione Mincemeat cinematographe.it

Il nome dell’operazione non è stato dato a causa della sua natura raccapricciante. Invece, è stato preso da un elenco di opzioni prive di un vero significato, scelti casualmente alla pari di qualsiasi altra missione della Seconda guerra mondiale. L’arma dell’inganno – Operazione Mincemeat mostra che si è presentato qualche ostacolo nel raggiungere il villaggio di Huelva in Spagna, tanto da richiedere l’aiuto degli ufficiali della marina. In realtà, la prima parte è filata liscia come l’olio. Invece di essere portato ai nazisti, però, il corpo venne rinvenuto da funzionari locali fedeli agli Alleati. Poiché non erano al corrente dell’inganno ordito, inviarono subito inviato i resti dell’uomo in Inghilterra, rischiando di mandare a monte gli sforzi.  

Infine, il manager del club Jean Leslie ricopre un ruolo decisivo ne L’arma dell’inganno – Operazione Mincemeat. Una spia tedesca doppiogiochisti, la quale, stando ai protagonisti, stava lavorando per il funzionario nazista Alexis Von Roenne, segretamente oppositore di Hitler. La tesi è che Leslie abbia informato quest’ultimo e insieme abbiano contribuito alla disfatta del Terzo Reich, cogliendolo impreparato in Sicilia. Sebbene Von Roenne esistesse davvero non è mai stato realmente messo a conoscenza dei fatti.

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