I figli della notte: il film d’esordio di Andrea De Sica al cinema dal 31 maggio

I figli della notte arriva il cinema il 31 maggio dopo i passaggi ai Festival di Torino (TFF), Bari (Bif&st) e Bruxelles. Scopriamo insieme l'opera d'esordio alla regia di Andrea De Sica.

l figli della notte  (QUI la nostra recensione dal TFF34) è l’opera prima di Andrea De Sica,  nipote del grande Vittorio e figlio di Manuel, musicista e autore di celebri colonne sonore che ha lavorato al fianco di Bertolucci, Ozpetek, Vicari e Marra dopo essersi formato al Centro Sperimentale di Cinematografia. Il film ha per protagonisti Vincenzo Crea, Ludovico SuccioYuliia Sobol e Fabrizio Rongione e  sarà al cinema a partire dal 31 maggio, con 01 Distribution. Di seguito potete leggere la sinossi ufficiale:

I figli della notte, girato interamente in Alto Adige, narra la storia di Giulio (Vincenzo Crea), un 17enne di buona famiglia che si ritrova catapultato nell’incubo della solitudine e della rigida disciplina di un collegio per rampolli dell’alta società dove vengono formati i “dirigenti del futuro”: internet imbavagliato, telefono concesso per mezz’ora al giorno, ma quel che è peggio violenze e minacce dai ragazzi più “anziani”, nell’apparente accondiscendenza degli adulti. Giulio riesce a sopravvivere grazie all’amicizia con Edoardo (Ludovico Succio), un altro ospite del collegio.

I due ragazzi diventano inseparabili e iniziano ad architettare fughe notturne dalla scuola-prigione, verso un luogo proibito nel cuore del bosco, dove conoscono la giovane prostituta Elena (Yuliia Sobol). Ma la trasgressione fa parte dell’offerta formativa, il collegio sa tutto del locale e delle uscite notturne, gli educatori, tra cui Mathias (Fabrizio Rongione), vigilano costantemente, restando nell’ombra…

Di seguito le dichiarazioni del regista riguardo al film:

L’idea del film è legata ai miei anni del liceo e ad alcune persone che hanno segnato la mia vita. Questi incontri sono stati la spinta per provare a raccontare un universo giovanile che mi sembrava poco esplorato. La situazione estrema di un collegio è la chiave che ho scelto per confrontarmi con uno dei sentimenti più forti che un adolescente possa sperimentare: l’abbandono. Ho immaginato una favola nera: una storia di formazione o meglio di ‘deformazione’. I sentimenti più profondi dei protagonisti mi hanno portato nel mondo dei sogni, degli incubi, utilizzando le suggestioni dell’horror come genere che affronta aspetti della mente umana altrimenti intraducibili per immagini.