Insatiable – stagione 2: recensione della serie TV Netflix

Recensione della seconda stagione di Insatiable. Alla ricerca della perfezione con danni irreparabili (o quasi) lungo la via. Netflix ripropone una comicità sopra le righe e un'interprete brillante.

La piattaforma Netflix sa benissimo come giocare le proprie carte se c’è la possibilità di smuovere nel profondo gli equilibri della commedia politicamente scorretta. Non ci si limita solo a frantumare e scomporre le personalità proposte, con manie di protagonismo eccessive e incontrollabili, ma si cerca persino di accentuare lo stereotipo della reginetta di bellezza cospargendola di una rabbia repressa contagiosa durante la riproduzione degli episodi. Insatiable, alla sua seconda stagione, torna sui propri passi ed è perfettamente consapevole dei limiti che sono stati valicati.

Insatiable: recensione della serie TV Netflix

Insatiable – stagione 2: “Fatty Patty” non si arrende

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Inutile rimarcarlo a più riprese: Debby Ryan nel ruolo di Patty Bladel è il fiore all’occhiello della serie. La protagonista, al centro delle critiche riguardanti il fat-shaming l’anno scorso, si rifiuta di seguire determinati schemi narrativi e, a passo spedito, abbatte ogni svolta conveniente e accomodante. Il carattere fisico perfezionato non è l’unico aspetto che conta e la showrunner Lauren Gussis sa come sviscerare un argomento ancora delicato: la dura lotta per ottenere un briciolo di soddisfazione personale rimane un punto cardine di Insatiable.

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Continua l’ascesa, da parte di Patty, per raggiungere il traguardo di Miss American Lady; una scalata non impossibile, ma ostacolata da una malattia ancora viva e bestiale all’occorrenza. Il disturbo da alimentazione incontrollata definisce un carattere incerto e flebile, non ancora pronto a prendere il controllo delle proprie decisioni per proiettarsi in un futuro stabile. Patty subisce uno stop necessario per rinsavirsi e dominare sulle paure e sulle indecisioni che la assalgono. Con l’aiuto di Robert “Bob” Armstrong (Dallas Roberts), consulente esperto di concorsi di bellezza, avrà modo di ripercorrere gli sbagli compiuti in precedenza, fra omicidi non intenzionali e legami lasciati in sospeso, e in definitiva riacquistare fiducia in sé stessa.

Insatiable – stagione 2: tra riso e pianto, una formula vincente

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L’ingrediente segreto per affermarsi nel mondo della serialità in tv è quello di mescolare abilmente due sentimenti in totale opposizione fra loro, ma interessanti quando vi è un ritmo a legarli: da una parte la comicità estrema, sboccata e in mano a persone selvagge dall’aspetto sempre curato, dall’altra l’emozione cruda, viscerale e indispensabile per mettere in luce interpreti in realtà multistratificati. In questo sottovalutato show, ogni sequenza è buona per cambiare rotta all’improvviso.

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Generi e registri variano a seconda dell’emozione scaturita da un determinato personaggio, che va contagiando le altre scene di raccordo. Il percorso di autoanalisi e crescita interiore non viene riservato solo a Patty, anzi: ogni comprimario è chiamato a fare i conti con i propri incubi e fantasmi, tra rinunce e sacrifici, per rimettersi in gioco e di conseguenza sistemare il motore che alimenta la giostra narrativa a nostra e a loro disposizione. Da un’uccisione improvvisa segue l’elaborazione dell’atto sconcertante, da uno scontro verbale acceso si prosegue con l’intervento dell’elemento comico puntuale, che funge da spinta per riassemblare la storyline principale.

Insatiable – stagione 2: audace sì, ma con un proprio stile da vendere

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In questo modo gli attori di spicco hanno il dovere di adattarsi ad ogni rivelazione e/o imprevisto che non farà fatica a comparire. Il ritmo indiavolato è il condimento perfetto per uno show delirante al primo impatto; quello che nasconde Insatiable è la grinta e la ferrea volontà di soffermarsi su ogni singola ragazza e figura adulta su schermo, non adottando una soluzione comoda per etichettarli e renderli degli stereotipi a tutto tondo. Tutti sono sottoposti alla pressione di modelli incentrati sull’ossessione dell’apparire, sulla ricerca della perfezione e sul controllo dell’immagine.

Si confrontano ogni giorno con un’idea di bellezza che deve seguire canoni ben precisi, imposti dalla società che sono costretti a subire e assorbire sottopelle. Per gli adolescenti vulnerabili e fragili, per le generazioni ritratte in Insatiable, la rabbia sembrerebbe la cura per ogni male arrecato o ricevuto: non sentirsi mai adeguati e soddisfatti di sé è estremamente dannoso. La serie evidenzia anche vissuti di insicurezza e scarsa autostima, non prendendo mai le distanze da figure in rilievo che cercano di assumere contorni tridimensionali. Ricolma di black humor e di satira tagliente e volutamente permeata da luoghi comuni da abbattere, Insatiable cambia marcia e migliora ogni aspetto che nella prima stagione saltava subito all’occhio. E si tratta nuovamente di una piccola sorpresa da scoprire.

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 3.5
Recitazione - 3.5
Sonoro - 3.5
Emozione - 3.5

3.5

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