Biografilm 2016 – A Strange Love affair with Ego: recensione

La signora Dalloway disse che i fiori sarebbe andata a comprarli lei. Una colonna portante della storia della letteratura mondiale e perno della pellicola A Strange Love affair with Ego. Il documentario presentato al Biografilm 2016 è un vortice di esperienze, considerazioni su come l’essere umano si auto percepisce e di come lo stesso riflesso sia co-prodotto dal mondo esterno, un modo di indagare sulle percezioni su vari livelli e di quanto sia veramente determinante essere apprezzati, considerati o voluti dalla società nella sua interezza. Ester Gould analizza e intervista cronologicamente un gruppo di studenti molto giovani, un’artista performativa londinese, Viviana, una stilista di Los Angeles denominata G Geisha, g sta per gangster, e una donna di cui ci è dato sapere molto poco, tranne che non lavora più come modella e che continua a posare e farsi autoscatti abitualmente. Il quadro è molto complesso poiché, durante lo scorrere di A Strange Love affair with Ego, alcuni frammenti di scritti epistolari e pensieri di Ester e sua sorella Rowan sovrastano le scene, mostrandoci il rapporto che c’era tra loro e di quale profonda ammirazione la regista avesse nei confronti della sorella.

A strange love affair with egoSiamo invitati a partecipare ad un monologo interiore, un flusso di coscienza autogeno che la regista concepisce indagando sulle vite di queste persone, non formulando domande o inserendo priorità personali, anzi, le parole che vengono gettate al di fuori fungono in qualche modo da ego tregua, le aperture lasciano riposare per un solo istante le incertezze, la consapevolezza e le contraddizioni che un uomo, ma nel caso specifico una donna, vive tracciando o sconfinando autostima, apprezzamento del proprio io e narcisismo patologico. I primi ad esporre le proprie opinioni sono sei ragazzini di una cittadina scozzese, ognuno con le proprie caratteristiche, le proprie ambizioni e già consci della propria persona attuale. Due soggetti in particolare, un ragazzo e una ragazza, svezzati fin da subito del loro disincanto, manifestano la consapevolezza di essere attraenti, popolari e di poter avere successo in futuro. Gli altri ragazzini hanno dalla loro un’incertezza incantevole, perché sanno ragionare e spingono il dialogo sulle vere questioni circa l’amor proprio: autostima e amare sé stessi sono sinonimi reali o possiedono una loro contrarietà? La timidezza e la scarsa ammirazione per l’io hanno un effettivo rapporto semantico o differiscono totalmente? Insomma la questione è aperta, delle anime in crescendo possono permettersi il dono del narciso dalla loro e non subirlo in modo negativo ancora per molto. Diverso è per chi si porta dietro lo spettro della propria vanità e non sa come riuscire a soddisfarlo, un mostro che si alimenta solo per mezzo di complimenti e versi saturi di apparenza, che considera l’altro solo un estensione della propria immagine, un modo distorto e idealizzato di vivere e di perdersi.

A Strange Love affair with Ego non mente, ci porta con lucidità nei meandri della mente umana, mostrandoci come la personalità narcisista se portata all’estremo risulti incapace di provare sentimenti

A strange love affair with ego

A Strange Love affair with Ego è anche Viviana, una donna bellissima, sensuale e accattivante con una personalità sagace e brillante, che viene fotografata durante le uscite con gli amici, il lavoro e piccole perle performative in cui recita una parte molto particolare: Mrs Dalloway. Ebbene il romanzo epico di Virginia Woolf sottolinea in modo marcato la profonda contraddittorietà che scompone Viviana, es e super io, Dalloway e Septimus, apparenza e mancanza; con il tentativo di trovare un modo per potersi risolvere, Viviana si attornia da persone che la vivono con idolatria, convive con il disagio di non sapersi realmente rapportare con gli uomini e con un lavoro pressoché egoriferito, interpretando scene e ruoli davanti una telecamera in assoluta solitudine, che cela la totale sfiducia nell’altro e nel suo stesso operato. La regista non mente, ci porta con lucidità nei meandri della mente umana, mostrandoci come la personalità narcisista se portata all’estremo risulti incapace di provare sentimenti, quindi di amare e quindi di provare una sincera autostima, almeno quella sana. Il narcisismo è un vero dramma dell’epoca contemporanea che porta l’essere che lo subisce a guadagnarsi lo specchio di approvazioni che in qualche modo è mancato in età infantile; adattare l’ego ad un immagine esigua impedisce la crescita di una propria personalità, rendendola prigioniera di adulazioni, crollando in un moto di dissoluzione che corromperà in modo determinante quel che resterà coperto dall’estetica. A Strange Love affair with Ego cede il passo ad una stilista affermata, G Geisha che in modo antitetico ma simile vive due vite contrapposte, quella da donna in carriera, propositiva, creativa e altruista e quella di madre affettuosa, non più inclusiva ma esclusiva. Il suo mondo è connesso alla moda, all’esteriorità ma in modo meno incisivo e cupo, la sua stravaganza è unicamente correlata al suo progetto che nasce per proporre nuove modi e idee di esporre le tendenze, cacciando talenti che non potrebbero avere il modo e il dispendio di realizzare passerelle per la propria vetrina artistica. La regista opacizza i toni plumbei del documentario mostrando come non sempre l’estetica sia sinonimo di superficialità, un modo dissonante ma reale di portare avanti un’indagine positiva, anche se rara a dirla tutta.

A strange love affair with egoA Strange Love affair with Ego termina con gli autoscatti di una modella che alterna il suo lavoro di corriere al suo passato di studentessa di scuola d’arte in cui si misurava essenzialmente tramite il suo corpo. Durante questi scatti dialoga con la regista ricordando qualcuno che ai tempi che furono le disse “prima o poi ti stancherai del tuo viso”. Evidentemente aveva torto. Ora con l’incombenza dei social, che con un tasto possono innalzare la barriera che distingue sembrare e sentire, qualsiasi narcisista latente trova immediato sfogo alle proprie paranoie. Ester Gould, in A Strange Love affair with Ego, sembra non partecipare attivamente, semplicemente lascia che accada, celando letteralmente tra le righe il vero motivo che l’ha spinta ad indagare su questa storia d’amore: sua sorella Rowan, della quale si vede uno scatto nei battiti finali, a cui è dedicata l’intera pellicola, è stata vittima di questi disordini narcisisti. Un vittimismo sconfinato in tragedia. Ed Ester Gould in modo elegante e mai aleatorio, porta avanti un racconto corale che prova a comprendere i motivi delle cadute e le ascese psichiche delle persone in love affair with ego. 

A strange love affair with ego

Regia - 4
Fotografia - 4
Sonoro - 3
Emozione - 3

3.5