Matrix, Lilly Wachowski critica l’appropriazione da parte della destra: “È così che agisce il fascismo”

Wachowski racconta di come le interpretazioni di Matrix, anche le più lontane dallo spirito originale, hanno preso il sopravvento.

A un certo punto, ogni creatore deve fare i conti con l’idea che la propria opera prenderà strade tutte sue. Lilly Wachowski lo ha capito da tempo, ma oggi lo dice con una chiarezza nuova, quasi rassegnata. A distanza di venticinque anni dall’uscita di Matrix, il film che ha codificato un immaginario, una filosofia visiva e un vocabolario culturale ancora vivissimi, la regista riconosce di non poter più controllare il modo in cui il mondo legge quella storia. Un film, insomma, una volta lasciato andare, non torna più indietro.

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Nel podcast So True with Caleb Hearon, Wachowski racconta di come la sua creatura è diventata di tutti e questo significa che le interpretazioni, anche le più lontane dallo spirito originale, hanno preso il sopravvento. Si è trovata di fronte a teorie “mutanti”, come le definisce lei, ideologie nate attorno alla metafora della pillola rossa e della pillola blu che nulla hanno a che vedere con l’intenzione delle autrici. E ogni tanto, confessa, le scappa un ma cosa state facendo?. Poi però si ferma: “Devi lasciar andare il tuo lavoro. La gente lo interpreterà come vuole”.

La questione diventa più spinosa quando entra in gioco l’appropriazione da parte del movimento MAGA, che ha trasformato la famosa scelta di Neo in un simbolo politico quasi opposto al significato pensato dalle Wachowski. È qui che per la regista il gioco si fa più duro. Secondo lei, l’ideologia di destra non si limita a deformare un simbolo, ma compie un’operazione più ampia: prende idee universali, domande e dubbi che parlano dell’essere umano e li rovescia, svuotandoli di peso. “È così che agisce il fascismo”, dice senza mezzi termini.

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