Cat’s Eye – Occhi di Gatto: recensione della serie TV remake, su Disney+
Disponibile in streaming su Disney+ a partire dal 26 settembre 2025, Cat’s Eye – Occhi di Gatto riporta in scena le sorelle ladre create da Tsukasa Hojo.
Cat’s Eye – Occhi di Gatto, la celebre serie anime, arriva su Disney+ dal 26 settembre 2025 con dodici nuovi episodi rivisitati:
Il ritorno delle tre affascinanti sorelle, ladre bellissime dal cuore d’oro e la mentre sopraffina, non delude le aspettative dei fan (soprattutto gli “appassionati” del manga originale) e offre una visione fresca e giovane dell’opera iconica.
Cat’s Eye – Occhi di Gatto: un ritorno tra nostalgia e modernità

Con Cat’s Eye – Occhi di Gatto, Disney+ propone un remake in dodici episodi che riporta alla ribalta uno degli anime cult degli anni ’80. Tratto dal manga di Tsukasa Hojo, l’originale raccontava le avventure di tre sorelle ladre di opere d’arte. Oggi, a distanza di oltre quarant’anni, la nuova serie proietta la storia nella Tokyo del 2025, rinunciando al fascino estetico dell’epoca per un contesto più vicino allo spettatore contemporaneo.
Se l’anime originale viveva di moda sgargiante, auto sportive e atmosfere retrò, il remake Disney+ abbraccia tablet, schermi piatti e metropoli ultramoderne. Una scelta coraggiosa, che rischia di deludere i nostalgici ma permette alla serie di dialogare con un pubblico più giovane, abituato ai codici visivi e narrativi di oggi.
Personaggi più sfaccettati e dinamiche aggiornate

Sheila, Kelly e Tati (i nomi italiani sono stati mantenuti) sono ancora il cuore della serie, ma la scrittura lavora su caratterizzazioni più mature. Sheila è una leader più consapevole, Kelly mantiene il suo ruolo ironico ma diventa anche voce di un femminile emancipato, mentre Tati porta freschezza e ingenuità.
Il detective Matthew Hisman (Toshio in originale) non è più solo la spalla comica: diventa un personaggio diviso tra amore e dovere, elemento che arricchisce la tensione narrativa. Importante anche la presenza di Hirano e Takeuchi, poliziotti provenienti dal manga di Tsukasa Hojo, che qui alleggeriscono i toni con dinamiche da buddy cop, ampliando il registro comico-poliziesco.
Questa maggiore attenzione ai personaggi permette al remake di risultare più stratificato, rispettando lo spirito originale ma adattandolo alle sensibilità odierne
Estetica e resa tecnica, le scelte peculiari di Cat’s Eye, con la sigla di Ado
Dal punto di vista audiovisivo, la serie si muove su un equilibrio delicato. Il character design richiama volutamente il tratto giovanile di Hojo, volutamente meno levigato, mentre la CGI applicata a sfondi e veicoli produce risultati alterni: in alcuni casi arricchisce la profondità di campo; in altri rompe l’armonia visiva.
Le animazioni restano nella media delle produzioni contemporanee, senza eccellere ma garantendo fluidità nelle sequenze d’azione. La regia alterna montaggio serrato e pause calibrate, richiamando un ritmo televisivo classico, pensato per intrattenere con leggerezza.
Sul piano sonoro spicca l’ending theme: la storica sigla reinterpretata dalla pop star Ado. È il momento in cui la nostalgia si fonde con il presente, regalando un’emozione autentica ai fan storici e un tocco di originalità ai nuovi spettatori
Cat’s Eye – Occhi di Gatto: valutazione e conclusione

Il remake di Cat’s Eye – Occhi di Gatto non è privo di limiti: la perdita dell’estetica anni ’80 pesa e la resa tecnica non sempre convince. Tuttavia, la serie riesce a restituire vitalità al mito di Hojo, bilanciando azione, ironia e tensione romantica.
Il vero colpo messo a segno non è un’opera d’arte, ma il tempo dello spettatore: episodi veloci e scorrevoli che intrattengono e, nel finale, evocano quella sensazione di “ritorno a casa” che solo i cult anime sanno regalare.