Il gladiatore: frasi e citazioni del film di Ridley Scott con protagonista Russell Crowe

Il gladiatore, nella versione di Ridley Scott interpretata da Russel Crowe, si presenta con le seguenti parole:

Mi chiamo Massimo Decimo Meridio, comandante dell’esercito del Nord, generale delle legioni Felix, servo leale dell’unico vero imperatore Marco Aurelio. Padre di un figlio assassinato, marito di una moglie uccisa… e avrò la mia vendetta, in questa vita o nell’altra.

Una delle presentazioni di un personaggio tra le più potenti dell’intera Storia del Cinema. Il gladiatore, con i suoi cinque Premi Oscar e il suo protagonista, è entrato tra i pilastri della filmografia mondiale grazie all’ imponente forza racchiusa nell’incredibile storia e nella grandiosità dell’epoca romana in cui è ambientato.

Il gladiatore: frasi e citazioni del film

il gladiatore

Diretto dal regista Ridley Scott, il film che ha portato Russell Crowe a stringere tra le mani l’ambita statuetta vive degli scontri nell’arena mortale, del dolore di un uomo distrutto, ma forte del ricordo dei suoi cari, di una Roma che non rimane come sfondo, ma si fa protagonista insieme all’attore. Di seguito, le frasi più celebri de Il gladiatore.

C’è stato un sogno una volta che era Roma. Lo si poteva soltanto sussurrare, ogni cosa più forte di un sospiro l’avrebbe fatto svanire. Era così fragile. Io temo che non sopravviverà all’inverno.

Credo che lui sappia che cos’è Roma, Roma è il popolo, farà qualche magia per loro per distrarli, toglierà loro la libertà e la folla ruggirà lo stesso. Il cuore pulsante di Roma non è certo il marmo del Senato, ma la sabbia del Colosseo, lui porterà loro la morte, in cambio lo ameranno.

Roma vale la vita di un uomo giusto? Noi lo credevamo una volta. Fai in modo che possiamo crederlo ancora.

Un film tanto potente da riecheggiare come le urla di incitamento di Massimo Decimo Meridio:

A tre settimane da oggi io mieterò il mio raccolto. Immaginate dove vorrete essere, perché così sarà! Serrate i ranghi! Seguitemi! Se vi ritroverete soli, a cavalcare su verdi praterie col sole sulla faccia, non preoccupatevi troppo perché sarete nei Campi Elisi e sarete già morti! Fratelli! Ciò che facciamo in vita riecheggia nell’eternità!

Vittima della gelosia di un figlio inadatto al comando, a distruggere la vita del protagonista de Il gladiatore è il Commodo interpretato magistralmente da Joaquin Phoenix, il quale odia Massimo Decimo Meridio poiché pupillo del proprio padre, l’imperatore Marco Aurelio interpretato da Richard Harris.

Marco Aurelio: Come posso ricompensare il più grande condottiero di Roma?
Massimo: Lasciami tornare a casa.

Massimo: La mia casa è sulle colline di Trujillo. Un posto molto semplice, pietre rosa che si scaldano al sole e un orto che profuma di erbe di giorno e di gelsomino la notte. Oltre il cancello c’è un gigantesco pioppo, fichi, meli, peri. Il terreno, Marco, è nero, nero come i capelli di mia moglie, vigne sui declivi a sud, olivi su quelli a nord, cavallini giocano con mio figlio che vuole essere uno di loro.
Marco Aurelio: Da quanto manchi dalla tua casa?
Massimo: 2 anni, 264 giorni e questa mattina.

Marco Aurelio: C’è un ultimo dovere che ti chiedo di compiere prima di tornare alla tua casa.
Massimo: Che cosa vuoi che faccia, Cesare?
Marco Aurelio: Voglio che tu divenga il protettore di Roma dopo la mia morte. Te ne darò l’autorità per un unico scopo: restituire il potere al popolo di Roma e porre fine alla corruzione che la rende abbietta.
Massimo: Con tutto il cuore no.
Marco Aurelio: Massimo, è per questo che devi essere tu!

Massimo: E Commodo?
Marco Aurelio: Commodo è un uomo senza moralità, lo sai sin da quando eri ragazzo. Commodo non può governare, non deve assolutamente governare. Tu sei il figlio che avrei dovuto avere.

Marco Aurelio: Tu non diventerai imperatore. I miei poteri passeranno a Massimo.
Commodo: Massimo…
Marco Aurelio: Sì. La mia decisione ti delude?
Commodo: Una volta mi scrivesti citando le quattro principali virtù: saggezza, giustizia, fermezza e temperanza. Leggendo quello scritto sapevo di non possederle. Ma ho altre virtù, padre. Ambizione. Questa può essere una virtù quando ci conduce a eccellere. Intraprendenza. Coraggio. Forse non sul campo di battaglia, ma ci sono molte forme di coraggio. Devozione. Alla mia famiglia e a te. Ma nessuna delle mie virtù era sul tuo scritto. Anche allora era come se non mi volessi come figlio.
Marco Aurelio: Oh, Commodo. Stai esagerando.
Commodo: Vado cercando i volti degli dèi per fare in modo di compiacerti, di renderti orgoglioso. Una parola gentile. Ci fosse almeno una volta in cui mi avessi abbracciato e tenuto stretto al tuo petto. Per me… Sarebbe stato come il sole nel mio cuore per mille anni. Cosa odi in me a tal punto?
Marco Aurelio: Shh, Commodo.
Commodo: Non desideravo altro che… Essere degno di te, Cesare. Padre.
Marco Aurelio: Commodo… Le tue mancanze come figlio sono il mio fallimento come padre. Figlio mio.
Commodo: Padre… Massacrerei il mondo intero se solo tu mi amassi!

Commodo: La tua fama è ben meritata Ispanico, non credo che ci sia mai stato un gladiatore come te e quanto a questo giovane insiste nel dire che sei Ettore redivivo. Oppure era Ercole? Ma perché l’eroe non si rivela e non ci dice il suo vero nome? Perché tu hai un nome.
Massimo: Mi chiamano “gladiatore”.

Commodo: Che cosa devo fare con te? Sembra proprio che tu non voglia morire. Siamo poi così diversi tu e io? Anche tu togli la vita quando devi, come faccio io.
Massimo: Ho solo un’altra vita da prendere, poi avrò finito.

Commodo: Massimo, Massimo, Massimo, ti acclamano. Il generale che diventò uno schiavo, lo schiavo che diventò un gladiatore, il gladiatore che sfidò un imperatore, una storia che colpisce e adesso il popolo vuole sapere come va a finire, soltanto una morte gloriosa li soddisferà e cosa c’è di più glorioso che sfidare l’imperatore in persona nella Grande Arena?
Massimo: Tu combatteresti contro di me?
Commodo: Perché no? Credi che io abbia paura?
Massimo: Credo che tu abbia avuto paura per tutta la vita.
Commodo: A differenza di Massimo l’invincibile, che non conosce paura?
Massimo: Conoscevo un uomo che una volta disse: la morte sorride a tutti, un uomo non può far altro che sorriderle di rimando.
Commodo: Mi chiedo se questo tuo amico ha sorriso alla sua morte.
Massimo: Dovresti saperlo, era tuo padre.
Commodo: Tu amavi mio padre lo so, ma lo amavo anch’io, questo ci rende fratelli non è così? Sorridi per me adesso fratello.

Il gladiatore  seppe conquistare l’intera Arena e lasciò un segno profondo nel pubblico cinematografico.

Hai un grande nome. Dovrà uccidere il tuo nome prima di uccidere te!

Qualunque cosa esca da quei cancelli avremmo maggiori possibilità di sopravvivere se combatteremo uniti. Avete capito? Se saremo uniti sopravviveremo.

Non voglio fare di Massimo un martire!

Iuba: È laggiù da qualche parte il mio paese, casa mia. Mia moglie prepara il cibo, mia figlia va a prendere l’acqua al fiume. Le potrò mai rivedere? Io non credo.
Massimo: Pensi che le rincontrerai dopo la tua morte?
Iuba: Penso di sì. Però io morirò presto, loro non moriranno per molti anni. Dovrò aspettare.
Massimo: Ma tu aspetteresti loro?
Iuba: Certo.
Massimo: Vedi, mia moglie e mio figlio, loro mi stanno già aspettando.
Iuba: Li rincontrerai un giorno, ma non ancora.

Un film che vale la pena di essere visto e rivisto, e ad ogni visione, mi raccomando…

Al mio segnale, scatenate l’inferno!