Revolution – La Nuova Arte per un Mondo Nuovo: recensione

L’arte come strumento di propaganda politica. É questo che viene raccontato in Revolution – La Nuova Arte per un Mondo Nuovo, il docu-film diretto da Margy Kinmonth, pluripremiata autrice della BBC, già regista del documentario dedicato all’Ermitage e nominato ai BATFA. Il fim parte dalla caduta dello zar,data dalle condizioni di vita inaccettabili dei contadini (più dell’80% del popolo russo) e dalla non giusta spartizione delle ricchezze del paese, in mano a una singola famiglia. Dopo la riunione del comitato centrale bolscevico del 10 ottobre si approvò la soluzione rivoluzionaria. Entrati nel Palazzo d’Inverno, riuscirono a delegittimizzare il potere e instaurare il Consiglio dei commissari del popolo. Le prime disposizioni furono quelle di dare più terre ai contadini e far passare il controllo delle fabbriche agli operai. In questo clima di anarchia, sovversione della forma di governo allora esistente, presero vita le maggiori rivoluzioni artistiche: le cosiddette avanguardie russe.

Con Revolution – La Nuova Arte per un Mondo Nuovo, Margy Kinmonth ci fornisce una chiave di lettura delle vicende storiche che pone l’accento sull’importanza dell’arte e del pensiero libero. E rende tangibile il credo secondo cui l’arte è politica, in tutte le sue sfaccettature. Non vive al di sopra di ogni evento storico, economico e sociale, ma ne diviene parte integrate. Ed è così che per i rivoluzionari, la prima forma di disobbedienza politico passa attraverso un rifiuto radicale dell’Accademia Russa di Belle Arti. Tutto ciò che è tradizione diventa  un ostacolo alla completa affermazione della vera arte, ovvero quella libera dalla concezione dello spazio del passato.

revolution

Revolution – Una delle opere più emblematiche degli anni di protesta russa

Il lavoro di Margy Kinmounth in Revolution – La Nuova Arte per un Nuovo Mondo ha la capacità di condensare in un ora e mezza l’anima delle avanguardie russe, dando spazio a più artisti intervallati da scene in bianco e nero tratte dalla storia o breve scene riprodotte che mirano a creare un’ulteriore cornice al racconto artistico del docu-film.

Revolution – La Nuova Arte per un Mondo Nuovo: recensione del documentario di Margy Kinmonth

Nel suo racconto rivoluzionario, Margy Kinmonth si avvale di validi aiutanti: Mikhail Piotrovsky, direttore dell’Ermitage,  e Zelfira Tregulova, la direttrice della Galleria Tret’jakov, museo moscovita che ospita una delle più grandi collezioni di belle arti russe al mondo. Chagall, Kandinskij, Malevič e molti altri sono i protagonisti indiscussi del film e di un periodo storico che ha prodotto dei cambiamenti radicali a livello artistico. Revolution indaga la storia e le opere delle principali correnti russe, dal  raggismo  al suprematismo, dal cubo-futurismo al costruttivismo. Perché fare un docu-film sulla Russia? Questa la risposta della regista:

“Come regista continuo a trovare tantissime storie da raccontare nel passato e nell’arte russa, storie che diventano per me fonte di ispirazione. In questo paese c’è una quantità enorme di arte, dipinti, romanzi, opere teatrali, balletti, opera, musica, architettura e soprattutto ci sono moltissime persone attraverso cui raccontare le storie stesse della Russia”.

Revolution – La Nuova Arte per un Mondo Nuovo vi aspetta nelle sale italiane martedì 14 e mercoledì 15 marzo distribuito da Nexo Digital per il ciclo La grande arte al cinema. Per consultare le sale più vicine a voi, consultate il sito della casa di distribuzione Nexo (clicca QUI).

Regia - 3.5
Fotografia - 3.5
Emozione - 3
Sonoro - 3

3.3