Frontiera: recensione del pilot della serie Netflix e Discovery Channel con Jason Momoa

Un’ambientazione storica affascinante e complotti economici violenti e spietati sembrano essere i due presupposti fondamentali di Frontiera, la prima serie tv prodotta da Discovery Channel, che ha debuttato in Canada lo scorso novembre, ma che ha invaso Netflix dal 20 gennaio.

Protagonista dello show è Declan Harp: un feroce Jason Momoa – divenuto celebre per il suo ruolo nella serie cult Il Trono di Spade con il personaggio di Khal Drogo e, negli ultimi tempi, per il ruolo di Aquaman nell’Universo Cinematografico DC – nei panni di un fuorilegge meticcio, per metà irlandese e per metà nativo americano, in conflitto con la Compagnia della Baia di Hudson per il monopolio del commercio di pellame. La storia di Harp, linea narrativa principale, si incrocia e si scontra con altre diverse storyline: prima tra tutte quella di Michael Smyth (Landon Liboiron), un giovane irlandese alla continua ricerca di un modo per sopravvivere, che viene assoldato da Lord Benton (Alun Armstrong) della Compagnia di Hudson per spiare e stanare Harp.

Frontiera

Frontiera (il cui titolo originale è Frontier) unisce, nello stesso prodotto ben confezionato, l’efficacia di un documentario con il fascino di una serie televisiva in costume.

Da un lato troviamo l’ottima caratterizzazione dei personaggi e delle ambientazioni (navi commerciali ricolme di mozzi e marinai, soldati in alta uniforme scarlatta, locande e locandiere prosperose), ma dall’altro troviamo l’efficacia narrativa: la costruzione dei complotti, oltre che storicamente esatta, è anche alquanto avvincente.
Se i documentari storici sono in grado sempre e comunque di esercitare un certo fascino sui suoi spettatori, l’aggiunta di un racconto seriale ben fatto non fa altro che aggiungere la ciliegina sulla torta.

Frontiera non si pone certo – almeno non inizialmente – come capolavoro televisivo. Il primo episodio scorre senza troppi intoppi, ma i personaggi faticano a far affezionare lo spettatore. Jason Momoa è un protagonista rude e senza scrupoli, affascinante ovviamente, ma dalla recitazione non troppo convincente. Ci facciamo intimorire dallo sguardo truce e dalla voce profonda, ma è facile rendersi conto di quanto Declan Harp potrebbe essere interpretato meglio. Accanto a lui un cast – allo stesso modo – convincente, ma non eccelso: in questo primo episodio non spicca nessuna interpretazione in particolare, ma possiamo sperare in una qualche rivelazione, anche e soprattutto da Momoa stesso.

Frontiera

La nuova serie Netflix/Discovery Channel è un buon esperimento che davvero non annoia, ma purtroppo non entusiasma. La qualità della realizzazione è di ottimo livello, ma tanti piccoli difetti rendono la visione meno godibile: sia per quanto riguarda la fotografia – senza infamia e senza lode, forse spesso ricorda troppo una ricostruzione documentaristica e troppo poco una serie tv -, sia per la sceneggiatura che sembra troppo attenta alla ricostruzione fedele (sempre e comunque una buona qualità), ma a scapito dell’allestimento di intrecci e storytelling davvero interessanti.

Regia - 3
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 3
Recitazione - 3
Sonoro - 3
Emozione - 3

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