Segantini ritorno alla natura: recensione e intervento del regista F. Fei

Segantini  ritorno alla natura chiude il primo ciclo di appuntamenti  del 2016-2017 di La grande arte al cinema distribuita da Nexo Digital. Ed è una chiusura in bellezza, con il maestro del divisionismo italiano, per molto tempo sottovalutato e a stento riconosciuto dalla critica. A due anni di distanza dalla conclusione della mostra dedicata a Segantini al Palazzo Reale di Milano, arriva Il docu-film diretto dal regista Francesco Fei, che giova del contributo della nipote dell’artista, Gioconda Segantini, e dalla massima esperta dell’arte segantiniana, Annie-Paul Quinsac.
Il film ripercorre non solo le opere più significative e conosciute della vita dell’artista ma pone al centro del suo racconto la vita di un uomo nato povero, rimasto orfano e con tante difficoltà da affrontare.

Un uomo che avrebbe potuto trascorrere una vita totalmente diversa e deviare verso destini amari, e che invece rinasce dalla sua arte, dal suo talento e istinto pittorico. La particolarità di Segantini è quella di non essere apprezzato dai critici del tempo ma di essere elogiato da diversi artisti, da Klimt a Kandinskij che dice “Adottò forme naturali definite, elaborate fin nei minimi particolari e seppe creare figure astratte. Per questo, forse, è interiormente il meno materiale” mentre lo paragonava ad altri artisti dell’epoca.

Segantini ritorno alla natura: un uomo che rinasce dalla sua arte e dal suo talento.

Il docu-film ci propone il racconto di un uomo legato alle proprie origini e alla propria infanzia, alla madre venuta a mancare quando Segantini era giovanissimo. Un uomo legato alle montagne che gli ricordano le sue radici, al paesaggio rurale, alla semplice naturalezza  dei  luoghi del suo cuore. E allo stesso tempo, proprio quei luoghi diventano simbolo di vita, di morte, di luci e ombre dell’anima. Ed è per questo che Segantini entra nel cuore di chi osserva la sua arte. Nel film è Filippo Timi a dare voce e volto all’artista, aggiungendo intensità alle lettere autografe del pittore.

segantini ritorno alla natura

Filippo Timi in Segantini ritorno alla natura

Alla proiezione in anteprima del film erano presenti anche Franco Marocco, direttore dell’Accademia di Brera, e il regista Francesco Fei che ci hanno presentato il film. Di seguito le loro parole:

Luana Solla (Nexo Digital): Qual è la relazione tra Segantini e Brera?


Franco Marocco:
L’importnaza di Segantini a Brera è rappresentato dal contesto culturale di Milano del tempo. Segantini non è una parentesi della storia del passato della pittura europea ma è vivo e viene preso in considerazione dalla pittura di stampo concettuale che nasce negli anni Sessanta. Ancora oggi esiste  la centralità della sua figura… Brera è stata importante per la crescita culturale di Segantini soprattutto per il momento di forte aggregazione culturale del tempo.

Luana Solla (Nexo Digital): La critica stenta a riconoscere il valore di Segantini. E questo anche all’estero, Giappone a parte. Probabilmente perchè la pittura Ottocentesce impressionista e post impressionista è  stata molto francocentrica e tutti coloro che hanno sviluppato la loro arte in altre nazioni, come Segantini, sono stati percepiti come provinciali. Com’è nata la sua folgorazione per Segantini?

Francesco Fei: L’ho scoperto alla Galleria d’arte moderna di Milano. Ero rimasto colpito dall’Angelo della Vita quando, forse con pregiudizio, pensavo che fosse ‘solo’ un grande paesaggista. Ho capito che non era così e mi sono documentato. Ho scoperto (e riscoperto) i suoi quadri ma ho anche approfondito la sua vita. Ho scoperto il suo rapporto con la natura…E tutto questo ha fatto nascere in me la voglia di iniziare questo lavoro. La vita di Segantini è particolare: nasce povero, rimane orfano,è un apolide e analfabeta… Ma è una vita spinta da una grande forza d’animo e volevo riscattarla. Nel film abbiamo dato importanza anche a opere che non erano presenti alla mostra di Milano per motivi logistici.

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Segantini ritorno alla natura: l’Angelo della vita

L. Solla (Nexo Digital): Qual è il rapporto tra Segantini e le donne della sua vita?

Fei: Un altro motivo per cui abbiamo voluto raccontare Segantini è la sua relazione d’amore con Beatrice Bugatti, quasi cinematografica. Lei aveva 17 anni, si sono conosciuti perché lui la ritrae per un quadro e staranno insieme tutta la vita. Lei dopo la morte di Segantini rimane fedele al suo ricordo. Insieme faranno 4 figli, nonostante non si siano mai sposati. Fondamentale anche la figura della madre che muore quando Segantini è bambino ma rimarrà nel suo inconscio come figura fondamentale della sua vita. Probabilmente arriverà a dipingere i paesaggi perché aspira a ritornare nei luoghi dell’infanzia e alla figura fondamentale della madre. Un’altra donna importante è Baba, la badante della famiglia e protagonista di quasi tutti i dipinti di Sergantini.

Segantini ritorno alla natura è prodotto da Apnea Film e Diaviva, in collaborazione con Sky Arte HD e con il patrocinio dell’Accademia di Brera di Milano. Il film esce nelle sale cinematografiche italiane solo il 17 e il 18 gennaio.

Regia - 3.5
Fotografia - 4
Sonoro - 3.5
Emozione - 3.5

3.6