No Man’s Sky: recensione del videogioco targato Hello Games

Azione, avventura, sopravvivenza e fantascienza sono i quattro punti cardine che contraddistinguono No Man’s Sky, il nuovo videogioco sviluppato e pubblicato dallo studio britannico Hello Games, disponibile dal 10 agosto 2016 in Europa per PlayStation 4 e dal 12 agosto seguente per Microsoft Windows.

In questa nuova avventura i giocatori sono liberi di esplorare un intero open-universe che comprende la bellezza di 18 trilioni di pianeti, ciascuno con la propria flora, la propria fauna e le proprie risorse naturali. Si viene così a creare un universo di possibilità dove ogni avventuriero può crearsi una propria storia.

Lo sviluppo di No Man’s Sky nasce da Sean Murray, cofondatore di Hello Games, durante lo sviluppo di Joe Danger 2.

Murray, ex sviluppatore di Criterion Games per la serie Burnout, era preoccupato che lo studio sarebbe finito a realizzare solo sequel dopo sequel come nel caso di Criterion. Quando Hello Games ha avuto problemi con un editore americano, Murray ha capito di avere l’opportunità di creare un titolo completamente nuovo, basato su un concetto che aveva da quando era bambino: desiderava di essere un astronauta per esplorare lo spazio. Murray è stato anche ispirato da autori di fantascienza tra cui Isaac Asimov, Arthur C. Clarke e Robert Heinlein.

No Man's Sky

Già dai primi istanti di gioco si riescono a percepire diversi problemi; primo fra tutti l’enorme confusione.

No Man’s Sky inizia infatti su un pianeta casuale, con la nostra astronave danneggiata che non può volare e il giocatore, per riprendere il suo viaggio verso una destinazione che non ci è dato sapere, dovrà mettersi alla ricerca di materiali per riparare il motore in perfetto stile Minecraft. Non vi è una guida, non vi sono suggerimenti e non c’è un senso logico, per non parlare poi dei presunti pericoli che sono pressoché inesistenti o insignificanti.

Per quanto riguarda la grafica, il gioco riesce a raggiungere la sufficienza, nonostante vi siano grosse lacune che si accompagnano anche a una resa poco realistica. I pianeti infatti non hanno caratteristiche fisiche diverse: la gravità è la stessa, il moto di rotazione è lo stesso, l’alternanza giorno/notte è quasi identica. Il volo atmosferico è colmo di difetti sia a livello grafico che tecnico come l’eccessiva difficoltà nel pilotare la navicella e una modalità d’atterraggio estremamente ridicola. Il giocatore poi è costretto a fare sempre le solite cose che a lungo andare potrebbero davvero annoiare: girare nello spazio, atterrare sui pianeti, fare qualche giro per raccogliere risorse e ripartire e nel frattempo si possono ammirare quelle piccole variazioni che contraddistinguono la flora, la fauna e i colori caratteristici del mondo che si sta visitando.

A creare poi ancora più confusione, vengono inseriti anche oggetti anomali che hanno poco senso come strani oggetti e artificiali e monoliti, quasi fosse una pseudo citazione stentata del capolavoro di Stanley Kubrik, 2001: Odissea nello Spazio.

No Man's Sky

No Man’s Sky: un’avventura spaziale che delude le aspettative

Vi sono poi tante promesse che non sono state mantenute e che hanno deluso gran parte dei fan che pensavano di avere a che fare con uno dei giochi più spettacolari e più belli di sempre. Una grande campagna pubblicitaria fatta per un videogame che riesce ad arrivare a stento alla sufficienza. Per concludere, No Man’s Sky è un gioco che non riesce a soddisfare le aspettative, nonostante vi fossero ottime premesse. Il prodotto è incompleto sotto ogni punto di vista e il gameplay, oltre a non presentare nulla di innovativo, ha veramente poco di emozionante.

No Man’s Sky (trailer) è disponibile per Xbox One, PlayStation 4 e PC dal 10 agosto.

Grafica - 2.5
Sonoro - 3
Gameplay - 1.5
Narrazione - 1.5
Interpretazione - 1
Longevità - 2.5

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