Maledetto il giorno che t’ho incontrato: recensione

Bernardo Arbusti (Carlo Verdone) è un giornalista romano che vive a Milano. Si sta occupando di una nuova biografia di Jimi Hendrix, artista da cui è affascinato da sempre. Le ricerche che ha deciso di fare sono lunghe e complicate, infatti trascura tutto il resto della sua vita, soprattutto la fidanzata Adriana (Elisabetta Pozzi), che lo lascia per questa ragione.

Maledetto il giorno che t’ho incontrato è una commedia matura. Dipinge le ansie e le nevrosi dei protagonisti con un ritmo giusto e battute brillanti.

A partire da questo avvenimento e con l’aggiunta dell’affanno che gli provoca la stesura della biografia di Hendrik, Bernardo si trova in preda a disturbi psicologici e nevrosi. Decide dunque di affidarsi alle cure dello psicanalista Ludvig Altieri (Alexis Meneloff) per ovviare a questi problemi che lo deprimono e per riprendersi la compagna che amava.

Sul pianerottolo dello psicanalista incontra Camilla (Margherita Buy) un’attrice nevrotica ed ansiosa, anche lei paziente di Altieri per questo. Tra loro nasce una solidale amicizia e un confronto grottesco, fatto di sfoghi e confidenze, incluso l’amore che Camilla nutre per il dottor Altieri.

In un susseguirsi di strambe situazioni, il rapporto d’amicizia tra i due nevrotici si interrompe proprio a causa del loro medico, poiché rifiuta Camilla in una serata che lei aveva organizzato grazie all’aiuto di Bernardo.

Per un caso si ritrovano a Londra, dove lui prosegue le sue ricerche su Hendrix e lei è impegnata in un tour teatrale. Anche qui i due si trovano vittime di equivoci che aumentano le rispettive ansie e isterie, non ultimo quando i due “amici” vengono scoperti abbracciati dal nuovo compagno di lei, regista dell’opera che sta portando in scena.

Maledetto il giorno che t’ho incontrato è la frase pronunciata da lei, preambolo di un finale gradito ma al contempo scontato, dati gli snodi della vicenda.

Il film ha una forza notevole, si lascia guardare piacevolmente e fa scoprire in modo equilibrato la sensibile alchimia che lega Carlo Verdone e Margherita Buy.

Maledetto il giorno che t'ho incontrato

La scrittura dei dialoghi è, come sempre in Verdone, frutto di studio minuzioso e quindi garanzia di un risultato brillante ed intelligente. Tutte le interpretazioni sono ottime, compreso il cameo di Richard Benson nel ruolo di se stesso come conduttore della trasmissione Juke-box all’idrogeno, di cui è ospite il protagonista Bernardo.

Con sagace sensibilità verso argomenti come la psicanalisi, le nevrosi e le ansie, Carlo Verdone (noto ansioso) ha diretto questo film nel 1992 con un’ironia che lo rende godibile dall’inizio alla fine. Mai accelerato, nonostante i protagonisti lo siano continuamente.

La chicca che lo rende ancora più ricercato è senza dubbio la colonna sonora con brani di Jimi Hendrix e altre sonorità degli anni ’60 e ’70. Musica che Carlo Verdone ama profondamente.

Maledetto il giorno che t’ho incontrato è un film bello, in cui Carlo Verdone ha messo se stesso, vincendo.
A proposito di vittorie, il film, oltre ad ottenere un buon risultato al box office, vinse cinque David di Donatello (attore protagonista, attrice non protagonista, sceneggiatura, fotografia, montaggio) più altre quattro nomination (film, regia, attrice protagonista, attore non protagonista).

Regia - 4.5
Sceneggiatura - 4.5
Fotografia - 4.5
Recitazione - 4.5
Sonoro - 4.5
Emozione - 4.5

4.5