Il cuore grande delle ragazze: recensione del film di Pupi Avati

Amori intrecciati, occhiate tenere e seducenti, parole dolci sussurrate in Il cuore grande delle ragazze, film di Pupi Avati del 2011 avente come protagonisti Micaela Ramazzotti e Cesare Cremonini.

Il cantante, ex- frontman dei Lunapop, si trova in questa occasione per la seconda volta protagonista di una pellicola per il grande schermo dopo l’esperienza nel film Un amore perfetto di Valerio Andrei.

Il cuore grande delle ragazze è una commedia sentimentale, condita dal garbo e dalla tenera goffaggine dei protagonisti. Ne esce fuori un quadro della condizione femminile non proprio felice, ma comunque specchio reale di una società post-bellica dal pensiero non evoluto.

Siamo nella prima metà degli anni ‘30 e in Italia vi è ancora un certo appannaggio di ammirazione per il Duce al potere. Nel cuore dell’Emilia Romagna (terra natìa di Pupi Avati), la famiglia del mezzadro Adolfo Vigetti (Andrea Roncato) ha tre figli: il piccolo e intelligente Edo (Marcello Caroli) – che da adulto è il narratore della storia con la voce di Alessandro Haber, la portentosa Sultana (Sara Pastore) da anni rinchiusa in casa aspettando l’arrivo di un mestruo sparito da tempo, e il fascinoso ma ignorante Carlino (Cesare Cremonini), un ragazzo amato da tutte le donne del paesino perché in grado di incantare chiunque con il suo incredibile alito profumato.

Il cuore grande delle ragazze
La famiglia Osti, invece, è ricca di possedimenti terrieri e ha tre figlie da maritare: due di esse sono attempate e non particolarmente carine, infatti nessuno le vuole, Maria (Rita Carlini) e Olimpia (Stefania Barca), e la giovane e bellissima Francesca (Micaela Ramazzotti), figlia di secondo letto.
Attraverso un ‘patto’ tra famiglie, come era usanza tipica dell’epoca, gli Osti organizzano un matrimonio con i poveri Vigetti: Carlino dovrà sposare una delle due figlie di primo letto dell’Osti, in cambio di una moto Guzzi e di un accordo privato con i suoi genitori per il mantenimento del podere per altri 10 anni. Mentre è in atto la frequentazione delle due sorelle Osti, Carlino rimane folgorato dalla bella Francesca, facendo saltare in aria il piano e arrivando persino a sposarla. Alla fine? Carlino sposerà Francesca, consumando però, incredibilmente, la prima notte di nozze con un’altra donna, una sua già comprovata amante.

Il film di Avati seppur con buoni intenti non riesce a piazzarsi al di là di quelle vedute necessarie per interpretare in modo critico una situazione storica del nostro paese.

Le interpretazioni sono convincenti, quella di Andrea Roncato su tutti, anche se il pubblico aveva potuto vedere una Ramazzotti migliore in La prima cosa bella di Paolo Virzì. Cesare Cremonini, dal canto suo, lontano da asta del microfono e pianoforte, risulta totalmente a proprio agio nei panni del ragazzo con la faccia da schiaffi e il fascino della dolcezza, quello dal quale non ti vorresti mai far sedurre ma con il quale ti trovi a letto senza sapere perché. Donne di altri tempi? O donne, purtroppo, ancora di oggi?

Ne Il cuore grande delle ragazze poteva emergere in modo decisamente più forte uno spaccato di un’ Italia il cui pensiero debole poteva essere scosso prima e ricostruito poi. Alcune scelte registiche, un doppiaggio non convincente e una sceneggiatura talvolta precipitosa non hanno consentito la piena riuscita del film.

D’altro canto c’è da esaltare il coraggio esilarante di alcune scene centrali del film, come allo stesso modo è innegabile la delicatezza dei momenti in cui ad accompagnare le scene c’è la musica di Lucio Dalla.

Regia - 2.5
Sceneggiatura - 2.5
Fotografia - 4
Recitazione - 3.5
Sonoro - 2
Emozione - 3

2.9