Viaggio da paura: recensione del film di Ali F. Mostafa

Il rimpianto delle parole non dette, delle amicizie perse negli anni, dei viaggi non fatti, delle occasioni mancate. Inizia così Viaggio da paura (From A to B), film di Ali F. Mostafa in uscita nelle sale il 12 maggio 2016 con Cineama. Omar, Ramy e Jay si rivedono dopo 5 anni: le loro vite hanno preso strade diverse dopo la morte del loro amico Hadi e decidono di fare quel viaggio che avrebbero dovuto fare insieme anni prima, ma che non avevano più avuto il coraggio di fare. L’obiettivo è raggiungere Beirut per il giorno del compleanno di Hadi per riunire i suoi cari amici come ai vecchi tempi. Così c’è chi lascia la moglie incinta all’ottavo mese, chi una mamma oppressiva e chi vuole scappare dal padre padrone per iniziare un avventuroso viaggio in macchina che da Abu Dhabi li porterà ad ammirare le bellezze del Medio Oriente fino in Siria. La loro amicizia riprende da dove era stata lasciata, per ricucire quei rapporti umani in memoria dell’amico che non c’è più: tanti sono i rimorsi e il tempo non ha cancellato dal cuore quelle parole difficili da dire, insieme al dolore. Ma sul loro percorso incontreranno tante persone e storie inaspettate: dalla serenità della vita pacifica nella loro città vedranno con i loro occhi gli effetti della guerra e, tappa dopo tappa, riscopriranno l’importanza dei legami affettivi e la strada da percorrere.

Viaggio da paura

Ali F. Mostafa dopo il successo di City of Life, racconta con lo stile della commedia le difficoltà dei rapporti umani e la necessità di staccare la spina per fare chiarezza nella propria vita. La regia intraprendente sceglie movimenti di camera audaci e dinamici senza timore di eccedere, convincendo lo spettatore ad appassionarsi e sentirsi parte della storia. Tra battute divertenti e momenti esilaranti, l’avventura on the road mostra l’ombra della guerra fino a farla scontrare con la realtà dei giovani ragazzi. Una sceneggiatura fresca, nonostante il contesto amichevole già visto molte volte sul grande schermo, con la consapevolezza che la guerra è davvero vicina ma i rapporti umani sono gli stessi in tutto il mondo. Il conflitto che cambia le città e le persone, il modo di vedere la vita e la qualità del tempo che si ha a disposizione: non è più in televisione o sui giornali ma è reale e fa male, come uno schiaffo ricevuto o il non sapere se la tua famiglia è stata colpita negli attacchi del giorno prima.

Viaggio da paura: una commedia che veste i panni della realtà moderna, velata dalla paura per la guerra

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Gli attori si guadagnano in fretta la simpatia del pubblico: giovani in un punto cruciale della loro vita, la stessa con la quale dovranno fare i torni una volta tornati a casa dal viaggio. Fahad Albutairi nel ruolo di Yousef ‘Jay’, Shadi Alfons in quello di Rami e Fadi Rifaai in quello di Omar ritornano per qualche giorno ai tempi della scuola, confrontandosi con la ferita aperta del ricordo di Hadi e i problemi quotidiani della vita adulta. I meravigliosi luoghi che fanno da set alla pellicola fanno nascere una sensazione di rammarico, paesaggi così belli rovinati dalla guerra e dai bombardamenti, resi ancora più eccezionali dalla fotografia, la stessa che al giorno d’oggi sui social può fare la differenza: tra un selfie in compagnia e il video amatoriale che può raccontare l’atrocità delle vite spese inutilmente. La musica che accompagna Viaggio da Paura è fatta di canzoni come Nightcall dei London Grammar e Midnight City degli M83 in grado di rendere il viaggio più vivace e moderno. Un film fresco e pieno di vita, una storia che non vuole solo divertire ma anche dire qualcosa di più: la vita è fatta di piccoli momenti che la rendono importante anche se la avversità sono tante, ciò che conta non è la destinazione ma il tempo che si passa insieme; quello fa la differenza.

Regia - 4.5
Sceneggiatura - 4
Fotografia - 4
Recitazione - 4
Sonoro - 4
Emozione - 3.5

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