Bif&st 2016 – Amo la Tempesta: recensione

Amo la Tempesta è un film diretto da Maurizio Losi ed in concorso al Bif&st 2016 nella sezione Nuove Proposte Cinema Italiano.

Con un cast molto variegato composto da Nando Paone, Maya Sansa, Tony Sperandeo, Maurizio Donadoni, Ugo Dighero, Giobbe Covatta, Elisabetta Pozzi, Enzo Iacchetti, Ferruccio Soleri, Daniele Pitani, Christoph Hulsen, Leonardo Lidi, Chiara Anicito, Anna Maria Troisi, Eleonora Giovanardi, Tomas Leardini e Antonio Randazzo, racconta la storia di Angelo (Nando Paone), padre che ha visto il proprio figlio fuggire dell’Italia in cerca di un’opportunità migliore e una speranza per il futuro fuori da un Paese decadente ormai in un’inesorabile crisi. Autista di Scuolabus e oppresso sul lavoro, cerca senza sosta un nuovo impiego per il figlio lontano non arrendendosi al desiderio di riaverlo a casa e vivere con lui. Durante l’infruttuosa ricerca scopre di non essere l’unico genitore, la cui voglia di unità familiare, è ancora tanto accesa. Scopre, infatti, una vera e propria società segreta composta da genitori abbandonati, i quali stanno progettando un originalissimo piano per riportare i propri figli a casa: un fantasioso rapimento. Angelo, portavoce della missione, parte alla volta della Germania per recuperare alcuni ragazzi, ne segue un inaspettato viaggio.

Amo la tempesta

Il film, scritto dallo stesso regista, Maurizio Losi si propone di raccontare la fuga di cervelli in una maniera del tutto nuova e autentica. Senza focalizzarsi sulla crisi economica o il deperimento del nostro Paese, descrive ironicamente le ansie e le preoccupazioni di tutti quei genitori che hanno visto partire i propri figli per un futuro più certo senza tralasciare quel pizzico di egoismo secondo cui il figlio debba restare a casa.
Il piano messo in atto da questo gruppo di genitori è paradossale quanto creativo e il viaggio di Angelo è un bel ritratto che dipinge, con gentilezza e romanticismo, quella voglia di ricostruire un legame familiare che via via va perdendosi. Il punto allora non è più la fuga di cervello in quanto tale, quanto invece quella voglia, da parte di madri e padri, di non restare soli in questo Paese ormai in balìa del vento.

Amo la tempesta

Amo la Tempesta, è una buona commedia a tratti agrodolce che riesce a ponderare bene ilarità e malinconia senza risultare stucchevole. Tutto questo va rimandato non solo alla presenza di una buona base narrativa, ma anche alla grande forza recitativa del suo protagonista, Nando Paone. L’attore napoletano, cresciuto in Teatro, è perfetto nel ruolo di questo padre solo che, quasi come un cane bastonato, pur non si arrende nel voler portare a termine la sua missione, quasi come fosse l’ultima cosa da fare prima di morire. L’interpretazione sentita di Paone racconta eloquentemente quello che Amo la Tempesta si propone di raccontare.
Ma non solo Paone, anche gli altri protagonisti del film, tra cui Maya Sansa, hanno qualcosa da dire diventando elementi di contorno che si intrecciano in questa rete. Quest’ultima, nelle vesti della moglie di Angelo, è una componente importante: personaggio quasi spirituale del film, accompagna il protagonista durante il suo viaggio portando lui, e tutti, ad una più profonda riflessione.

Regia - 3
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 3
Recitazione - 3.5
Sonoro - 2.5
Emozione - 3.5

3.1