Astrosamantha: recensione del doc e intervista a Samantha Cristoforetti

Samantha Cristoforetti, orgoglio tutto italiano, è la donna dei record nello spazio: è la prima italiana, infatti, ad essere stata assegnata ad una missione spaziale, detiene il primato di permanenza nello spazio (circa 200 giorni) e – last but not least – è la prima persona ad essere riuscita a preparare un caffè espresso durante una spedizione, in piena sintonia con il suo approccio apparentemente scanzonato e disinvolto ad una prova fisica e psicologica gravosa come quella che l’ha vista vivere per più di sei mesi in assenza di gravità a bordo della Stazione Spaziale Internazionale.
Astrosamantha, il documentario di Gianluca Cerasola nei cinema l’1 e il  2 marzo grazie ad Officine UBU, coglie nei suoi 83 minuti di durata, narrati dall’inconfondibile voce di Giancarlo Giannini,  molte se non tutte le sfaccettature di questa donna straordinaria, seguendola attraverso i tre anni di preparazione che hanno preceduto la Spedizione ISS 42/43 dell’ASI (Agenzia Spaziale Italiana), la missione “FUTURA”, e incorniciando ogni passaggio fondamentale di questo lungo e faticoso percorso all’insegna dello stupore sobrio ed entusiasta racchiuso nello sguardo luminoso della sua protagonista.

Astrosamantha: il documentario sulla preparazione alla missione spaziale di Samantha Cristoforetti

astrosamantha

Samantha Cristoforetti durante la missione spaziale

Samantha ha attraversato, prima dell’attesissimo lancio della navicella Soyuz, avvenuto in Kazakistan il 23 novembre 2014, un training attraverso 3 continenti. In Astrosamantha, la macchina da presa di Cerasola, segue silenziosa ogni fase della preparazione dell’astronauta che, con radiosa semplicità, spiega agli spettatori curiosità e particolari tecnici di ciò che andrà ad affrontare; l’abbiamo vista simulare l’assenza di gravità all’interno di una delle più grandi piscine della terra, presso il Johnson Space Center di Houston, centro della NASA in cui è stata ricostruita in scala reale la base spaziale internazionale; ci siamo insinuati nel segretissimo centro di Star City a Mosca, visitato la base di preparazione europea EAC a Colonia, in Germania e conosciuto tutti gli altri centri dove “Astrosamantha” ha completato il suo addestramento.
Sullo sfondo, ma sempre ben tangibile, la tensione e l’eccitazione per l’imminante spedizione, smorzata dal racconto di varie curiosità su quello che è la vita quotidiana degli astronauti durante le missioni spaziali. Dal modo in cui esplicano le funzioni fisiologiche a ciò che mangiano, a come impiegano il tempo libero che, a differenza di ciò che si potrebbe pensare, non è molto.
Abbiamo poi conosciuto gli affetti di Samantha e affrontato le implicazioni tecniche e psicologiche della quarantena che precede ogni lancio e che – ovviamente – preclude ogni contatto diretto con le persone esterne alla missione, familiari compresi.
A completare il variopinto quadro di Cerasola le immagini inedite del rientro, con particolare attenzione alle reazioni emotive dipinte sul viso di questa grande donna che-pur stravolta dallo stress fisico e psicologico dell’impresa appena affrontata – riesce a fare in modo che sul suo volto si legga un unico messaggio: “ce l’ho fatta”.

Astrosamantha: la parola alla donna dei record nello spazio

Astrosamantha permette di conoscere la riservatissima Samantha Cristoforetti come mai prima d’ora era stato possibile fare, lasciando allo spettatore, incantato da questo sguardo ravvicinato alla realtà dei viaggi spaziali, un messaggio forte e fondamentale: volere è potere.
Sentiamo cosa ci ha raccontato Samantha, a proposito della sua straordinaria esperienza, durante la conferenza stampa di Roma per la presentazione dle documentario.

Samantha, ti manca lo spazio?

Lo spazio mi manca sicuramente ma cerco di non pensarci troppo. Preferisco concentrarmi sul presente e sul futuro anche se spero che nel mio futuro possa esserci un’altra missione nello Spazio.

Ti è piaciuto il film?

Il film è bello e mi ha commossa, ma è davvero strano vedere se stessi sul grande schermo.

Hai mai provato timore o anche paura nell’affrontare questa missione? Se sì, come l’hai gestita?

Mi aspettavo di avere paura nel momento dell’accensione dei motori, subito prima del lancio. Ma non è stato così, è stato un momento di grande gioia e serenità. Credo che noi astronauti accettiamo i rischi come parte normale del nostro lavoro, un po’ come tutti noi accettiamo il rischio di un incidente stradale quando ci mettiamo in macchina.

Qual è la cosa più bella che ti ha lasciato questo soggiorno nello spazio?

Difficile fare una classifica, le immagini della Terra dallo spazio sono davvero suggestive. Quando pensi di aver visto tutto, anche dopo 200 giorni ci sono cose che ti sorprendono. Credo però di non avere mai avuto un’emozione così forte come quando ho visto la Stazione Spaziale, i grandi pannelli solari, in fase di avvicinamento. È un’opera tecnologica ma ha una sua bellezza struggente.

Gianluca, il sentimento della paura in effetti circola un po’ nel film.

Gli astronauti vengono selezionati tra milioni di persone, sono molto preparati anche dal punto di vista psicofisico. Le emozioni sono molto forti ma – per quanto riguarda gli astronauti che ho conosciuto –  non ho visto persone che avessero timore di volare o di permanere nello spazio, anzi, tutti loro e Samantha in prima persona, non vedono l’ora di ripartire, proprio perché per chi fa questo mestiere è la cosa più naturale possibile.

Esiste, in un prossimo futuro, la possibilità di una Samantha Cristoforetti che ci racconta com’è la Terra dalla Luna?

In Europa speriamo davvero in una missione cislunare e sulla superficie lunare negli anni 2020. Io credo che ci saranno sicuramente anche astronauti europei in queste missioni e quindi…chissà!

Giudizio Cinematographe

Regia - 4
Fotografia - 4.5
Sonoro - 4
Emozione - 4.5

4.3

Voto Finale