Basic Instinct: recensione

Tra le tante scene a sfondo erotico che la storia del cinema ci ha regalato, rimarrà per sempre impressa nell’immaginario collettivo quella che vede protagonista una sensualissima Sharon Stone nell’atto di accavallare lentamente e sinuosamente le gambe di fronte ad un attonito pubblico maschile, rivelando l’assenza di biancheria intima… Questa piccola ma brillante trovata registica ha fatto sì che Basic Instinct (1992), pur con i suoi tanti limiti, sia finito nel calderone dei film cult, quelli che, anche se non si sono visti, rendono praticamente chiunque in grado di farne tornare alla memoria almeno una sequenza-simbolo, privilegio solitamente riservato a pellicole di ben altra taratura (degli stessi anni, ad esempio, il  ballo sfrenato tra John Travolta ed Uma Thurman in Pulp Fiction di Quentin Tarantino – 1994).

Basic Instinct Sharon Stone

Sharon Stone nella celeberrima scena dell’interrogatorio

Sarà stata l’ingenuità (genuinità?) di quegli anni o il fascino magnetico della allora trentaquattrenne Stone, al top della sua femminilità, Basic Instinct, pur con numerose stroncature da parte della critica, fu uno dei più alti incassi al botteghino degli anni 90 e vanta la posizione 210 nella classifica generale dei maggiori profitti nella storia del cinema. Presentato il concorso al 45esimo Festival di Cannes, ricevette anche una nomination agli Oscar (miglior montaggio) e due ai Golden Globe (miglior attrice protagonista e miglior colonna sonora).

Il regista Paul Verhoeven ha cercato di accattivare il pubblico di Basic Instinct giocando con una miscela (da molti definita accozzaglia) di generi cinematografici, ispirata ad atmosfere di gusto hitchcockiano ed arricchita dall’elemento erotico che, tuttavia, resta una delle poche ragion d’essere di un film che, purtroppo, manca proprio dell’elemento centrale per identificare un buon thriller: il colpo di scena.

Basic Instinct Sharon Stone

L’incantevole Sharon Stone in una scena del film

San Francisco. Il film si apre con una scena di sesso in cui vediamo una splendida bionda (il cui volto non è dato di cogliere appieno) alle prese con un rovente amplesso, all’apice del quale uccide brutalmente il suo amante  pugnalandolo ripetutamente con un punteruolo da ghiaccio. La scena si sposta quindi sulle indagini degli inquirenti, a capo delle quali vi è il detective Nick Curran (Michael Douglas), il cui torbido passato da bevitore e assassino accidentale di due turisti (atto per il quale si è guadagnato il soprannome di Giustiziere) mina la fiducia dei suoi stessi colleghi, eccetto quella del fidato amico Gus.

Dati i precedenti, Gli Affari Interni obbligano Nick a seguire una terapia con l’avvenente psicologa Beth Garner (Jeanne Tripplehorn), con la quale il detective ha avuto una storia passionale, mai chiusa definitivamente e che, ovviamente, cerca di favoreggiarlo in ogni modo, coprendone intemperanze ed elementi che potrebbero farlo sospendere dal servizio.

L’unica sospettata per l’omicidio dell’uomo, che risponde all’identità di Johnny Boz, ex rock star, è Catherine Tramell (Sharon Stone), la quale ammette di averlo visto la sera del delitto e di essere la sua amante ma non di averlo seguito a casa la notte dell’omicidio e di essere quindi innocente.

L’assoluto cinismo e tranquillità della donna destano da subito i sospetti degli inquirenti anche se Nick, suo malgrado, non può fare a meno di cadere vittima del fascino di Catherine che, dal canto suo, sembra determinata a sedurre e manipolare l’uomo ed è misteriosamente a conoscenza di molti particolari della sua vita. Ad infittire i sospetti il fatto che l’indiziata, laureata in lettere e psicologia, sia una scrittrice di libri gialli, uno dei quali contiene esattamente la dinamica dell’omicidio di Boz…

Basic Instinct psicologa

La dottoressa Beth Garner in una scena del film

Chi ha ucciso l’uomo, quindi? L’ipoteticamente diabolica scrittrice? La sua amante Rox, gelosa, possessiva ma avvezza al vojerismo durante i tanti incontri sessuali della compagna? Oppure una delle inquietanti conoscenze di Catherine, tutte con pesanti precedenti penali per omicidio e la cui frequentazione viene giustificata dalla donna con la necessità di raccogliere materiale per i suoi libri? La vicenda viene complicata con una serie di altri inspiegabili omicidi e coincidenze che, mentre rischiano di ricadere su Nick, rendono l’uomo sempre più convinto che la verità sia altrove e che Catherine possa essere la donna per lui…nonostante sia stato avvertito che il suo prossimo romanzo terminerà con la morte di un detective che si è innamorato della persona sbagliata…

Basic instinct Rox

Catherine e Rox in una scena del film

Basic Instinct tenta spasmodicamente di giocare sul filo della suspense e del colpo di scena, risultando tuttavia forzato e a tratti fasullo. La scena d’inizio svela decisamente troppo del film e, sebbene ci si possa sforzare di attribuirgli altre possibili letture, lo spettatore non ha la possibilità di seguire di pari passo le ipotesi che il film costruisce, in cui i vari personaggi sono presentati con il troppo esplicito intento di far deviare su di essi i sospetti.

La pellicola anticipa sistematicamente dove si andrà a parare, molto prima di quanto il regista avrebbe desiderato, per poi rimescolare le carte con un jolly, anch’esso ampiamente anticipabile dagli spettatori più attenti, e proporre un nuovo filone ed un finale che lo rimette definitivamente in discussione.

Basic instinct scena

Nick e Catherine cedono alla passione

La pecca del regista sta nell’essersi affidato troppo al fascino prorompente della sua protagonista, trascurando particolari che, in certi punti, creano dei veri e propri buchi narrativi, rendendo poco credibile il tutto. Meno carne al fuoco e più attenzione alle dinamiche interne avrebbero sicuramente reso questo film, comunque godibile, un lavoro di altro livello.

Resta il pregio di una fotografia splendida e di una sceneggiatura a tratti avvincente che, unita all’accuratezza di  alcune scene d’azione (come gli inseguimenti) e alle prestazioni attoriali magistrali soprattutto della Stone, salvano un film che ha l’indubbio merito di saper ancora far parlare di sé dopo oltre 20 anni dalla sua uscita al cinema.

Giudizio Cinematographe

Regia - 3
Sceneggiatura - 2.5
Fotografia - 3.5
Recitazione - 3.5
Sonoro - 3.5
Emozione - 3

3.2

Voto Finale