Suite Francese: recensione

Una bomba che cade e spazza via il tuo mondo. Le prime immagini di Suite Francese, nelle sale dal 12 marzo 2015, ci riportano direttamente al 3 giugno del 1940, mettendoci dinanzi alla prepotente dominazione tedesca sul territorio francese.

Il britannico Saul Dibb torna alla regia per trascrivere sulla pellicola parte dell’omonimo romanzo di Irène Némirovsky, pubblicato postumo nel 2004 e rimasto tra i cassetti della figlia Denise Epstein per oltre un secolo, prima che ella si decidesse a decifrare la minuscola scrittura della madre e a leggere la sua storia, che è poi quella di un piccolo villaggio della Borgogna – in cui l’autrice si rifugiò col marito e con le sue due figlie – al quale si ispira la location filmica: Bussy, ricostruita interamente a Marville, in Belgio.

È una sensazione straordinaria quella di aver riportato in vita mia madre, disse Denide Epstein – Dimostra che i nazisti non sono veramente riusciti ad ucciderla. Non è vendetta la mia, ma è una vittoria.

Williams Suite Francese

Michelle Williams in Lucile

Lo sguardo di Lucile (Michelle Williams) è una china che, immersa nell’immenso inchiostro di un groviglio di storie, racconta lo spaccato di vite oppresse, infelici, instabili, sfinite; costrette a tacere dinanzi alla presenza del nemico, insinuatosi in casa loro talvolta con prepotenza.
Dopotutto la stessa sorte è toccata alla protagonista, costretta a vivere con la dispotica suocera, interpretata da Kristin Scott Thomas, ingabbiata non solo tra le mura della sua bellissima casa, ma anche tra i meandri di una condizione psicologica pressante, amplificata dall’assenza del marito (fatto prigioniero), ma alleggerita da una melodia: Suite Francese appunto.

Kristin Scott Thomas - Suite Francese

Kristin Scott Thomas in Madame Angellier

L’arrivo del raffinato ufficiale tedesco Bruno (Matthias Shoenaerts) farà vacillare la sua anima discreta, impelagandola in una storia d’amore nella quale non confluiscono solo la passione e i sentimenti, ma la condizione dell’umanità intera: capace di uccidere e far del male ma fortunatamente incapace di arrestare i sentimenti, anche quando i “fatti storici” non lo consentirebbero.

Il carattere docile ma forte della candidata all’Oscar Michelle Williams non è solo la parte di un copione, bensì la caratteristica che ha indotto gli sceneggiatori Dibb e Matt Charman a sceglierla, srotolando da lì l’intero cast: da Sam Riley a Ruth Wilson, da Lambert Wilson e Margot Robbie (protagonista in Focus – Niente è come sembra).

Bruno al pianoforte - Suite Francese

Bruno al pianoforte

C’è un forte tasso di femminilità, nella pellicola presentata l’anno scorso all’American Film Market. L’arrivo dei soldati tedeschi nella città aggrada e sconvolge al contempo: Non si vedeva un uomo da tanto tempo, dice la protagonista, per rimarcare la naturale attrazione scaturita tra i due sessi.
Sullo sfondo tante donne (mogli, suocere, figlie) forti e risolute, che combattono senza fucili una guerra in cui non sono ammesse trincee, ma che sfidano il mondo guardando l’avversario negli occhi.
Il tutto irrorato da una sana dose di musica: tenuta sotto chiave da un pianoforte chiuso e da uno spirito che non sa accettarla (Madame Angellier non vuole che Lucile suoni in assenza del marito), disseppellita da un soldato tedesco (Bruno) che prima della guerra era un musicista; sarà lei ad unire le mani lungo la tastiera e a far vibrare gli animi con melodie nelle quali si sintetizzano amore e rigore.

Ho cercato di dimenticare le cose del passato, ma la musica mi porta indietro, dice Lucile mentre va via da Bruno, abbandonando Bussy.

Un film toccante, che sa cullare anche gli appassionati lettori della Némirovsky.

Giudizio Cinematographe

Regia - 3
Sceneggiatura - 2.7
Fotografia - 3.2
Recitazione - 4
Sonoro - 4
Emozione - 4

3.5

Voto Finale