Tim Burton a Roma per il suo ultimo film, Miss Peregrine – la casa dei ragazzi speciali

Tim Burton, il regista visionario artefice di capolavori come Beetlejuice – Spiritello porcello, Edward mani di forbice, Nightmare Before Christmas, ha tenuto un incontro riservato alla stampa stamane a Roma per presentare il suo ultimo film, Miss Peregrine – La casa dei ragazzi speciali.

Tratto dal romanzo di Ransom Riggs, La casa per bambini speciali di Miss Peregrine (2011), il film si focalizza su Jacob, un adolescente che, in seguito alla tragica morte del nonno, si reca in una piccola isola del Galles alla ricerca di un gruppo di bambini noti come “gli speciali”, che vivono presso la residenza della misteriosa Miss Peregrine, interpretata da Eva Green.

Riguardo all’idea di trasporre il romanzo, il regista ha detto di essere stato stimolato innanzitutto dal titolo.

“[Questa storia] mi ricordava la mia infanzia. E poi il modo in cui lui ha messo insieme le vecchie foto, che ti danno una sensazione di fantasmi, di mistero – che non riescono a darti le nuove foto – mi ha attirato”.

Anche lei ha avuto da piccolo una casa speciale, un anello temporale o una figura speciale, come un nonno ad esempio, presso cui rifugiarsi?

“Si! Sono cresciuto in una cultura che divide le persone per categorie e ho avuto una nonna che mi incoraggiava e un insegnante d’arte, uno solo, che mi ha incoraggiato. Poi io sono stato fortunato, in fondo bastano un paio di persone che ti indirizzano per la strada giusta”.

Parlando delle musiche e della longeva collaborazione con Danny Elfman, che invece in questo film è stato sostituito da Michael Higham e Matthew Margeson, Tim Burton ha risposto che la loro mancata collaborazione, ultimamente, non ha delle fondamenta specifiche.

“Può darsi che era impegnato o forse abbiamo litigato, perché noi siamo come una coppia, che a volte litiga. Ma comunque torneremo a lavorare insieme, diciamo che lui ha bisogno di disintossicarsi da me”.

Sulla differenza e preferenza tra stop motion e CGI il regista ha portato come esempio una scena di Miss Peregrine in cui due bambole lottano tra loro, dicendo di averla realizzata in stop motion. Ma sull’uso e preferenza dell’uno o dell’altro ha dichiarato che “spesso dipende anche dal tempo che hai a disposizione. La stop motion richiede più tempo”.

Parlando della bellissima Eva Green, che nel film interpreta Miss Peregrine, ha detto:

“Io vorrei una direttrice come lei. È forte, divertente, drammatica, potente, efficace, credibile come persona e capace di trasformarsi in un uccello. È stata la mia prima scelta fin dall’inizio. Secondo me Eva è come una star del cinema muto.
Nei primi anni di scuola avevo un’insegnante così, era bella e divertente e tutti i bambini facevano quello che diceva”.

Alla domanda se nei bambini speciali rappresentati nel film ci fosse un nesso con i supereroi, che hanno in parte attraversato la carriera di Burton, il regista ha risposto:

“È interessante questa cosa, perché quando è uscito Batman non c’erano così tanti film sui supereroi, non è come adesso che ne esce uno al mese. Ciò che mi piace di questi bambini è che sì, sono speciali, ma fondamentalmente sono bambini e si comportano come tali”.

Ma a quale pubblico fa riferimento Miss Peregrine – la casa dei ragazzi speciali?

“Ho chiesto all’autore del libro perché l’aveva scritto e lui ha detto di averlo scritto per sé e per me è lo stesso. Io non faccio film per attirare un tipo di pubblico ma per me stesso. Io non scrivo il film per il bambino o per il cane ma per tutti, non mi concentro su una fascia di pubblico”.

Alla domanda su Dumbo e un eventuale sequel di Beetlejuice Tim Burton si è rifiutato di rispondere per ‘scaramanzia’. “Ogni volta che parlo dei miei film poi non si avverano, quindi ve lo dirò quando sarò sul set!”.

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