Una vita da gatto: recensione del film con Kevin Spacey

Che cosa succede se uno dei più grandi attori contemporanei interpreta il più esilarante e inconsapevole dei comici? In Una vita da gatto il due volte premio Oscar Kevin Spacey si trasforma in Mister Fuzzypants, un bellissimo gatto persiano dagli occhi azzurri che come tutti i nostri amici felini ne combinerà di tutti i colori. Anche nei panni di un micio Spacey è eccezionale!

Tom Brand è un uomo d’affari che ha costruito un impero con le sue mani e che per farlo ha sacrificato gli affetti, togliendo tempo e attenzione alla sua famiglia. La seconda moglie Lara (Jennifer Garner) e la figlia di undici anni Rebecca (Malina Weissman) lo adorano nonostante tutto ma soffrono per la sua continua assenza.

In occasione del suo undicesimo compleanno la bambina chiede al padre in dono un gatto. Malvolentieri, Tom si reca in un negozio di animali dove il misterioso proprietario Felix Perkins (Christopher Walken) gli vende un persiano. Prima di riuscire a tornare a casa, però, Tom ha un incidente e quando si risveglia si ritrova incastrato nel corpo del gatto. Si tratta di un incantesimo fattogli da Perkins il quale gli spiega che solo quando riuscirà di nuovo a far stare bene la sua famiglia, forse, ritornerà in sé stesso. Inizia quindi per Tom/Mister Fuzzypants “un’odissea felina” per tentare in tutti i modi di tornare umano.

Uno sguardo al passato

Una commedia leggera e divertente, senza troppe pretese, in puro spirito natalizio, anche se l’ambientazione è diversa. Una vita da gatto rimanda alla memoria molti film che hanno spesso trattato dell’importanza degli affetti, di personaggi che cinicamente trascurano i propri cari arrivando a perderli e a dover poi affrontare tante difficoltà prima di poterli abbracciare di nuovo. Storie di gente normale travolta dalla magia, da presenze celestiali, che diventano il tramite per capire i propri errori e superarli. Vedi Big con Tom Hanks del 1988 in cui un bambino si reincarna in un adulto, o il classicone La vita è meravigliosa di Frank Capra; il film del 1995 Fluke in cui un padre troppo preso dalla carriera muore in un incidente automobilistico e si reincarna in un cane e la serie televisiva animata francese Billy the Cat in cui un bambino dispettoso viene trasformato per punizione in un gatto.

Photo Credit: Takashi Seida © 2016 EuropaCorp.

 Effetti speciali, ma non troppo

In uscita in Italia il 7 dicembre, il film è diretto dal regista Barry Sonnenfeld (La famiglia Addams, Men in Black, Wild Wild West), uno che con gli effetti speciali si è costruito una carriera ma che in questo caso, nonostante le evidenti esigenze, ha deciso di utilizzarli solo quando strettamente necessario, per creare delle azioni che i diversi gatti veri che interpretano il “peloso” protagonista non potevano effettivamente svolgere: come prendere una penna e scrivere o stappare una bottiglia di whisky.

Il simpatico e brontolone Fuzzypants è infatti interpretato da più gatti, ognuno addestrato a svolgere determinati compiti. E il risultato è riuscito: per tutto il film, a parte le già citate scene create in computer grafica, è la naturalezza degli attori felini a guidarci pienamente nella divertente vita da gatto. 

© 2016 EuropaCorp.

I gatti, i migliori attori protagonisti della rete

La vita che spesso seguiamo dal “vivo” di questi felini tanto snob e riservati quanto goffi e simpatici: dei comici nati che basta solo osservare per qualche minuto per ridere di ogni loro gesto. Quando cercano di arrampicarsi senza successo sui punti più alti della casa, quando tentano di infilarsi in piccole scatole rimanendo incastrati, quando incuriositi da qualcosa finiscono per distruggerla. Quante volte ci ritroviamo a seguire le loro “avventure” caricate su Youtube? Il film, facendo leva su questa tendenza, esordisce proprio in questo modo, con una serie di sequenze tratte dalla rete di gatti che, inconsapevoli, con i loro buffi gesti attirano milioni di visualizzazioni. Anche Mister Fuzzypants diverrà una star del web immortalato durante alcune delle sue tante peripezie.

_MG_6971.CR2 Photo Credit: Takashi Seida © 2016 EuropaCorp.

Kevin Spacey: un gatto sornione

Sonnenfield ha rivisto in Kevin Spacey molte caratteristiche attribuite ai felini: “Kevin può apparire, a seconda delle situazioni, molto freddo o molto sensibile”, ha spiegato il regista. Parliamo di un attore amatissimo che viene spesso associato ai numerosi ruoli da cattivissimo che ha interpretato durante la sua carriera. A ben guardarlo, però, dopo questa sua divertente performance, rivela effettivamente nell’aspetto le sembianze di un gattone sornione capace anche di slanci di tenerezza come nella scena in cui balla con la figlioletta a ritmo di Three Cool Cats dei The Coasters. Anche se per la maggior parte del film non lo si vede non se ne sente la mancanza grazie alla “presenza” della sua inconfondibile voce che presta a Mister Fuzzypants (in Italia quella del doppiatore ufficiale di Spacey, il bravissimo Roberto Pedicini) in questa occasione buffa e sardonica.

Un nuovo, irresistibile protagonista nella sfilza di gatti/attori che hanno preso parte a film divenuti memorabili anche grazie alla loro “interpretazione”: da Gatto di Colazione da Tiffany a Sfigatto di Ti presento i miei, a A proposito di Davis dei fratelli Coen fino al recente A spasso con Bob. Gli altri li trovate nella nostra classifica!

Una vita da gatto è al cienma dal 7 dicembre, distribuito da Key Films.

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 4
Recitazione - 4
Sonoro - 3.5
Emozione - 3.5

3.6