TFF34 – Les Derniers Parisiens: recensione del film di Bourokba e Labitey

Les derniers parisiens è un film di Hamé Bourokba e Ekoué Labitey presentato in concorso al Torino Film Festival, con Reda Kateb, Slimane Dazi, Mélanie Laurent, Yassine Azouz.

Les derniers Parisiens gravita attorno alle vite di due fratelli, Nas e Arezki, due poli opposti, anime che prendono fuoco con poco, l’uno sconsiderato e inarrestabile, l’altro misurato e pacifico, due figli della Parigi di oggi, multietnica, dinamica, le cui generazioni sono una commistione tra integrazione e sopravvivenza.

Questi due fratelli di origini magrebine vivono a Pigalle, dove Arezki gestisce a fatica un bar quasi sempre vuoto, Le Prestige. Nas viene rilasciato dal carcere ma in libertà vigilata grazie a Margot, la ragazza di Arezki, che patteggia con il giudice la sua condizionale, dovendo scontare i suoi giorni da detenuto nel suo vecchio bar, lasciato in gestione al fratello.

La libertà e il suo ritorno non sembrano ben apprezzati dal Arezki, che ha sempre considerato Nas un piantagrane, un grattacapo costante, una persona che non è mai riuscita a inserirsi, a trovare un lavoro decente, sempre contornato da amici poco raccomandabili e figure pericolose. Ma Nas non si lascia buttare giù dalla sua condotta, dalla sua fama e dal suo passato, non rinnega nulla, non smette di ricordare i suoi errori, non smette di essere una persona irascibile, dissoluta.

Il senso di precarietà, di sfiducia nei confronti di tutto e tutti è il modo con cui personaggi come Nas e Arezki si schermano ogni giorno

les derniers parisiens

Il conflitto tra i due si inasprisce realmente quando Nas decide di organizzare delle serate, rilanciando il quartiere e il loro locale desolato Le Prestige. Nas riallaccia i rapporti con un vecchio amico, che si è rifatto a sua volta una vita: Diomède. Un uomo con una fama, un proprio giro pulito, fuori dallo spaccio e dall’illegalità, ottenuto aprendo un locale notturno di grande impatto. Nas e suoi amici fanno di tutto per metterlo in difficoltà, prendendolo in giro e ricordandogli la sua provenienza, che ora era solo la brutta copia di un bourgeois, con quel gusto da arricchito e arrampicatore sociale che dimentica il suo passato miserabile.

Les derniers parisiens contrappone le vicende familiari ad un sottotesto periferico di una Parigi reale, controversa, antieroica

Nas e i suoi compari ottengono ciò che vogliono, riescono ad organizzare una serata disco nella miniatura del suo bar, una serata che crea ancora più disagi e conflitti tra di due fratelli, conflitto che a causa del pessimo carattere di Nas porterà Arezki a perdere la testa. Arezki non era per nulla convinto che organizzando quel tipo di serate la loro condizione economica sarebbe stata ribaltata in positivo, e nemmeno sentiva di potersi fidare del fratello.

Le loro ferite continuano a sanguinare, anche dopo anni, anche dopo tanto lavoro, tanti errori e tante vicende superate. Vivere in un contesto parigino che ti declassa, ti distrugge e non dimentica ciò che hai fatto, senza la possibilità di rialzarti, è deleterio sia per chi combatte che per chi è debole.

Les derniers parisiens contrappone le vicende familiari ad un sottotesto periferico di una Parigi reale, controversa, antieroica, così vera da potercisi specchiare. Una pellicola che mostra quanto sia difficile convivere con i propri errori, con una società che non permette di rialzarsi, di realizzarsi e di vivere con la sicurezza di stare nel posto giusto.

Il senso di precarietà, di sfiducia nei confronti di tutto e tutti è il modo con cui personaggi come Nas e Arezki si schermano ogni giorno, persone preda dei timori più disparati, divisi nella propria famiglia, senza genitori, senza un trascorso a cui fare appello, un trascorso ancestrale, una propria origine che fortifichi, che renda questi ultimi parigini parte di un tutto che non esiste.

 

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 4
Fotografia - 3.5
Recitazione - 3
Sonoro - 3
Emozione - 3

3.3