TFF34 – The Donor (Juan Zeng Zhe): recensione del film di Zang Qiwu

The Donor (Juan Zeng Zhe) è un film del 2016, esordio del regista cinese Zang Qiwu, presentato in concorso a Torino Film Festival 34.

La storia ha per protagonista Yang Ba (Ni Dahong), un padre di famiglia di ceto basso che cerca faticosamente di provvedere al sostentamento e agli studi del figlio adolescente Bao. Un giorno l’uomo viene contattato dal ricchissimo Li Daguo (Qi Dao), che offre a Yang una quantità enorme di denaro per convincerlo a donare un rene alla sorella morente. È l’inizio di un rapporto complesso e di una serie di dolorosi eventi, che evidenziano le disparità sociali di un paese in fortissima ascesa come la Cina.

The Donor è un ritratto asciutto e doloroso di una nazione che vive di opposti e di contraddizioni
The Donor

The Donor è un ritratto asciutto e doloroso di una nazione che vive di opposti e di contraddizioni, spaccata in due fra chi ha tanto, forse troppo, e chi per tirare avanti e assicurare un futuro a se stesso e alla famiglia si spacca la schiena ogni giorno con due o più lavori. È in un tale triste contesto che si sviluppa quella che inizialmente si potrebbe scambiare per una speranzosa favola, ma che con il passare dei minuti diventa invece un thriller-noir e un’amarissima critica sociale.

Il regista Zang Qiwu adotta uno stile rigoroso e compatto, evitando fronzoli e concentrandosi sui protagonisti Yang e Li, il cui rapporto è certamente fra gli aspetti più riusciti della pellicola. Ni Dahong è straordinario nel rendere tutta la dignità e il pudore di un uomo costretto a vendere se stesso e la propria famiglia per assicurarsi un’indipendenza economica; la sua è una maschera di un pallore fisso, quasi cadaverica, che si affida a impercettibili cambiamenti delle espressioni facciali per mostrare tutto il turbamento interiore di Yang.

Diametralmente opposta la prova di Qi Dao, un angelo della morte che mette Yang davanti alla scelta più difficile della sua vita con un candore e una gentilezza che lo rendono impossibile da odiare. Fra vittima e carnefice si instaura così un rapporto particolare, lontano dall’essere un’amicizia ma intriso comunque di forte e reciproco rispetto, dato dall’indissolubilità dei loro destini.

The Donor: una tragedia sociale in cui tutto è in vendita e ogni uomo ha un prezzo per poter essere comprato

The Donor gioca molto sugli opposti: ricchezza contro povertà, cordialità contro introversione, speranza contro disperazione. Ma è anche e soprattutto nei chiaroscuri che il film di Zang Qiwu trova la propria dimensione, scandagliando tutta l’ambiguità dei personaggi con piccoli movimenti di macchina e lunghe inquadrature fisse. Una lentezza narrativa che non penalizza il racconto, ma che permette allo spettatore di empatizzare con i protagonisti e comprendere le diverse sfumature della storia e del contesto cinese.

A enfatizzare le dimensioni di questa tragedia sociale, in cui tutto è in vendita e ogni uomo ha un prezzo per poter essere comprato, arriva una parte conclusiva del film particolarmente dura e cupa, in cui la rassegnazione e il fatalismo lasciano inevitabilmente spazio alla disperata reazione. Un crescendo di emozioni che porta a una conclusione probabilmente inevitabile, che rimane sempre coerente con quanto visto in precedenza.

The Donor

The Donor conferma l’ottimo periodo del cinema cinese, rivelandosi una delle pellicola migliori in concorso al Torino Film Festival 34 e imponendo all’attenzione del cinema mondiale il talento del regista Zang Qiwu, del quale sentiremo sicuramente parlare ancora nel prossimo futuro. Una struggente e amara riflessione su un popolo e su una nazione che sotto la superficie di un fragoroso boom economico si rivela ancora dilaniato al suo interno da ampie e difficilmente sanabili ingiustizie sociali.

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 3.5
Recitazione - 4
Sonoro - 4
Emozione - 4

3.8