Jack Reacher – Punto di non ritorno: recensione del film con Tom Cruise

Con Jack Reacher – Punto di non ritorno torna Jack Reacher, ex maggiore della polizia militare del 110° reggimento, e questa volta si troverà coinvolto in prima persona in un intreccio che lo porterà a essere inseguito dagli spettri del suo passato, accusato di un crimine che non ha commesso e, per una volta, a dover fare squadra. Sulla sua strada troverà un complesso intrigo a base di militari corrotti, damigelle indifese, damigelle non tanto indifese, corruzione, killer prezzolati e deserti mediorientali.

Jack Reacher – Punto di non ritorno: il canto del cavaliere solitario

Seguito del fortunato primo episodio Jack Reacher – La prova decisiva del 2012, il film si appoggia ancora quasi interamente sulle spalle di un Tom Cruise sulla cui performance ci soffermeremo in seguito. A parte il divo classe 1962, nessuno dei personaggi del primo film torna in questo seguito diretto da Edward Zwick (Glory, Legends of the Fall, The Seige e L’Ultimo Samurai), ma le new entry non fanno rimpiangere per nulla chi li ha preceduti.

Cobie Smulders (uno dei volti che grazie ai film Marvel il pubblico ha imparato ad amare) interpreta Susan Turner, tostissima nuova maggiore che ha preso il posto sulla scrivania di Reacher, mentre Danika Yarosh (giovane volto televisivo statunitense) è Samantha Dayton, quella che potrebbe essere la figlia sconosciuta di Reacher. Completano il cast l’algido Patrick Heusinger (il malvagio super cattivo del film) e il malefico Robert Knepper (noto ai più per essere stato T-Bag in Prison Break).

Il film segue lo stesso modus operandi del precedente, collegando micro-eventi e macro-eventi, fino a comporre un puzzle in cui lo spettatore si perde ammaliato dalla mancanza totale di fedeltà ad una linea narrativa classica. In un susseguirsi di colpi di scena, inseguimenti, sparatorie e combattimenti, il film riesce ad appassionare e sorprendere, grazie a una robusta sceneggiatura dello stesso Zwick e di Marshall Herskovitz, che riescono ad allontanarsi dai rischi del déja vu nonostante l’apparente fedeltà ai canoni classici del thriller.

Jack Reacher - Punto di non ritorno

Zwick dirige con piglio robusto ed energico, evitando tempi morti e creando un film d’azione che si ammanta sovente di un’atmosfera agrodolce nel narrarci la vita di un uomo che ha scelto l’isolamento da tutto e tutti come unica via di scampo.

Rispetto al primo film vi è infatti una maggior cura nel descrivere i personaggi, con Cobie Smulders che si propone come un vero e proprio idolo delle donne del nuovo millennio. Emancipata, femminile, mai banale, riesce a riscattare i tanti tentativi cinematografici falliti negli ultimi anni nel creare qualche cosa di diverso da una svampita femme fatal o da una irrealistica Lara Croft, seguendo la strada della verosimiglianza.

Ottima anche l’interpretazione della giovane Yarosh, a tratti veramente adorabile; la sua Samantah è forse il personaggio più sorprendente del film. L’unico punto negativo è la prova di Heusinger, il cui personaggio appare sfilacciato e poco riuscito, animato da un sadismo che non trova alcuna giustificazione narrativa, alcuna energia. Peccato perché Heusinger ha la faccia giusta e presenza scenica, avrebbe potuto essere un ottimo Kyle Reese in Terminator. Tuttavia l’insieme è molto gradevole, avvincente, e riesce a sorprendere lo spettatore anche nel malinconico finale, regalandoci per una volta un film senza battute stupide, che rispetta quel qualcosa di irrealizzato che spesso noi tutti troviamo nei rapporti umani che attraversano l’umana esistenza.

Le caratteristiche di Cruise, che ha reso Ethan Hunt uno 007 più imprevedibile e divertente, sono perfette per fare del suo Reacher una simpatica canaglia, uno Straniero (non) Senza Nome del nuovo millennio.

Il personaggio ideato da Lee Child è del resto definibile come una sorta di mix tra il Giustiziere della Notte, il Muddocks di Burt Lancaster in Io Sono la Legge e il Punisher di Garth Ennis. Porta con sé il peso di chi è solo in conseguenza di una scelta che gli appartiene  fino a un certo punto, in un mondo abitato da sciacalli e iene, da fiere pronte ad approfittarsi delle debolezze degli inermi, imprigionati da una società che anche questo film ci mostra come strangolante e priva di gioia.

Tom Cruise gli dona determinazione, ferocia, intensità e fascino…questo va detto. Tuttavia c’è qualche cosa che non torna nella sua intepretazione, un qualcosa che lo rende in certi momenti stonato.

Cruise ha come sempre un grande fascino cinematografico ma, diciamocelo, comincia ad essere oggettivamente troppo vecchio per certe parti e il suo continuo esibirsi a torso nudo, mostrando i bicipiti pompati da cure vitaminiche sformanti, fa lo stesso effetto malinconico che fecero le prime tracce adipose sui muscoli di Charlers Bronson verso la fine degli anni Settanta. Potrà sembrare un giudizio un po’ acido, ma vedere un 50enne alto un metro e settanta sbarazzarsi quasi senza sforzo di mezza dozzina di avversari è un pò troppo anche per i fan sfegatati dell’ex Maverick di Top Gun.

Ma forse proprio in questo sta il fascino di questo Jack Reacher, il suo essere un sopravvissuto, un eroe ormai verso l’autunno della sua vita, costretto a misurarsi coi limiti di un corpo e di un fisico che lo rendono atipico nel panorama cinematografico.

Jack Reacher: Punto di non ritorno

Se si fosse trattato del Cruise di 15 anni fa (o di un Jason Statham qualsiasi) che cosa ci avrebbe dato di nuovo rispetto ai tanti eroi già visti in passato su uno schermo? Ben poco. Ecco allora che le bellissime rughe sul volto di questo Cruise lo rendono molto più umano, più simile agli adorabili Kurt Russell e Kevin Costner di 3000 Miles to Graceland, più vicino ad uno di quegli eroi creati da Sam Peckinpah o Roy Hill.

E proprio come loro l’unico futuro è l’orizzonte di una frontiera che non è poi così diversa da quella che Billy the Kid o Sundance Kid percorrevano nelle pellicole che abbiamo imparato a definire western crepuscolari. Ma non è il tramonto forse il momento più romantico e struggente del giorno?

Jack Reacher – Punto di non ritorno è in sala dal 20 ottobre, distribuito da Universal Pictures.

Regia - 4
Sceneggiatura - 4
Fotografia - 4
Recitazione - 3.5
Sonoro - 3.5
Emozione - 3.5

3.8

Tags: Tom Cruise