Andrzej Wajda: 5 film indimenticabili del “pioniere” polacco

Novant’anni e non sentirli!!! Questa l’esclamazione più sentita ed esortata dai più importanti ed autorevoli critici nei riguardi di Andrzej Wajda, uno dei cineasti più importanti della storia del cinema polacco.

A ridosso dell’undicesima edizione della Festa del Cinema di Roma – Andrzej Wajda doveva essere uno degli ospiti di punta della manifestazione ma il fato ha voluto che ciò non accadesse. Il “pioniere” polacco ci ha lasciati questa notte, tra un ricordo indelebile ed un proposito che fa ben sperare (Afterimage il suo ultimo film). Inconfondibile il suo stilema, da sempre “schierato” a favore dei più deboli, audace nell’enfatizzare nel migliore dei modi quella drammaturgia da sempre amata e ricercata.  Molti sono stati i lavori cinematografici compiuti da Wajda, narrati e sviluppati con quella tecnica registica inconfondibile, più unica che rara; noi nel commemorarlo vogliamo ricordarne cinque, che sono a nostro parere i film più belli e da vedere (o rivedere) per iniziare ad apprezzare il grande genio di Andrzej Wajda.

I dannati di Varsavia (1957) 

Varsavia, fine settembre 1944. Dopo una tenace insurrezione popolare contro le truppe tedesche, un gruppo di insorti attende con impazienza aiuti dall’Armata Rossa. A causa dei vasti conflitti e dalla mancanza di comunicabilità, l’improvvisato esercito di insorti decide di raggiungere il centro-città per unirsi alle residue forze combattenti. A causa dei collegamenti interrotti l’unica via percorribile ( utile ad eludere la zona controllata dai tedeschi) è la rete fognaria di Varsavia.

Uno dei lavori più famosi del regista polacco; Wajda decide di dar vita ad una “cronistoria” armonizzandola cinematograficamente. Un lavoro patriottico se vogliamo, che inorgoglisce ampiamente lo stesso regista.

Cenere e Diamanti (1958) 

Un arduo incarico che calpesta ogni valore umano. Ad un ex combattente di formazione nazionalista, gli viene incaricato di uccidere un anziano comunista, prossimo al rientro in patria dopo una pesante scomunica derivante dalla sua attività politica clandestina.

Wajda mette in conflitto due uomini della stessa nazione ma con opinioni politiche diverse; un sollecito dai toni decisamente critici, verso ogni forma di indottrinamento.

L’uomo di Marmo (1977) 

Una giovane regista-tv sta scrivendo una tesi di laurea sull’eroe stakanovista Mateusz Birkut  muratore impegnato nella costruzione di Nowa Huta a Cracovia. A causa della sua ricerca invasiva (scomoda per l’apparato burocratico) e della sua temeraria insistenza, la giovane regista verrà addirittura fatta espellere dall’accademia del Cinema nella quale opera. 

Un’esortazione chiara nel continuare in ciò che si crede, abbattendo ogni forma di impedimento derivante da terzi. Wajda con questo film supera se stesso, affrontando una tematica seria, quasi contemporanea. Un’ode al sacro concetto di “informazione” e di ciò che rappresenta.

Le Signorine di Wilko (1979)

Ambientata alla fine degli anni ’20. Un giovane uomo, che dirige una piccola fabbrica, va al funerale di un amico. Decide di trasferirsi temporaneamente a casa degli zii  ma si ritrova “catapultato”  in una famiglia di cinque donne. Le donne sono per lo più deluse e abbandonate dal proprio marito e cercheranno “consolazione” dall’aitante giovane. 

Un lavoro “fatiscente”, dotato di una fotografia sublime e di una poderosa scenografia. Lavoro che nel lontano 1979 fu nominato agli Oscar come “miglior film straniero”.

L’uomo di Ferro ( 1981)

Nel 1980 uno Sciopero nei Cantieri Lenin di Danzica ha dato origine al sindacato Solidarnosc, indipendente dal potere politico. Il film prosegue le vicende socio-politiche viste ne L’uomo di Marmo; il tanto acclamato Mateusz Birkut che da eroe è diventato clamorosamente un traditore.

Cinque anni sono trascorsi fra i due film. La struttura documentaria delle due opere è identica. Wajda torna con l’ennesimo lavoro spiazzante intriso fra cinema e realtà. Grazie a questo film vinse la Palma d’Oro come “miglior film” al 34º Festival di Cannes. Fu nominato all’Oscar al miglior film straniero.