Oceania: intervista alla produttrice Osnat Shurer sul nuovo film Disney

Al cinema Orfeo di Milano abbiamo incontrato Osnat Shurer, produttrice di Oceania. Il film d’animazione Disney in uscita nelle sale cinematografiche italiane il prossimo 22 dicembre. Se vi siete persi il trailer, recuperatelo QUI. Di seguito la nostra intervista in occasione della presentazione dei contenuti speciali del film.

Nei classici Disney è importante la cultura della storia narrata e il contesto storico. Oceania, invece, sembra un film fuori dal tempo.

C’è un contesto storico, ovvero la storia si svolge due mila anni fa. Gli studiosi, gli archeologi, ci raccontano che i Polinesiani erano un popolo di grandi navigatori. Poi per mille anni questi viaggi si sono interrotti. Sappiamo che erano persone che provenivano da Taiwan che si sono spostate in altre isole, come Samoa, fino ad arrivare a Fiji. Ed è qui che i viaggi si sono interrotti, per poi riprendere dopo un millennio verso Tahiti, le Hawaii e, solo dopo, verso la Nuova Zelanda. La nostra storia si svolge prima della ripresa dei viaggi. Siamo stati attenti nel cercare di rappresentare tutto ciò che poteva esistere in quel momento storico, anche se non è facile ricostruire la storia poiché le tradizioni sono quasi totalmente orali. Sappiamo quali piante e fiori erano presenti in quel momento, il cibo…Il contesto è quello, anche se in Oceania c’è un tocco anche contemporaneo.

Oceania: Osnat Shurer presenta il nuovo film Disney

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In Oceania c’è un’eroina adulta, che ricorda molto Merida di Ribelle. Qual è la differenza, se esiste, tra un personaggio Disney un personaggio Pixar?

Ho lavorato per Pixar prima di lavorare per la Disney e devo dire che non ci sono delle differenze così grandi. Dipende tutto dai registi e dalla leadership creativa che ogni regista apporta al suo lavoro. Le storie dipendono dalle loro idee. Trovo che Vaiana sia un personaggio unico nel panorama dei personaggi femminili dei film, sia Disney che Pixar, perché ha un mix di qualità molto interessante; da una parte è una ragazza compassionevole e ha un’intelligenza emotiva molto particolare, dall’altro unisce il coraggio, la forza e la determinazione.

Il mare è molto importante, è il quinto personaggio. Come avete lavorato sugli effetti grafici e la sua realizzazione?

L’acqua è una delle cose più difficili da rendere nelle animazioni, per il modo in cui si muove e si comporta. Nel nostro caso l’85% delle scene di Oceania hanno a che fare con l’acqua. Abbiamo avuto bisogno di lavorare su tre diversi programmi: uno per realizzare gli effetti del mare visto da lontano, uno del mare visto da una mezza misura e uno del mare visto da vicino. Perché l’acqua si muove in tre maniere completamente differenti. Poi abbiamo messo insieme le tre tecniche per avere un’idea complessiva di come il mare si sarebbe mosso. Di solito l’animazione dei personaggi viene fatta prima rispetto alla produzione degli effetti speciali, ma in questo caso abbiamo lavorato parallelamente: gli effetti relativi al movimento dell’acqua sono stati creti fin dall’inizio. Proprio perché l’acqua, anche se non ha faccia o parola, è uno dei personaggi principali di Oceania.

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A proposito di personaggi di Oceania, ci può anticipare qualcosa sull’antagonista?

C’è un personaggio enorme fatto di lava e lui è l’ostacolo principale di tutto il film. Bisogna riuscire ad andare oltre questo personaggio per riuscire a riportare la tranquillità e la pace nell’isola. Si tratta comunque di un viaggio di esplorazione, di un avventura, quindi i protagonisti incontreranno molteplici ostacoli nel corso del loro viaggio.

Come sono stati creati gli effetti dei tatuaggi sulla pelle di Maui. Che tecniche avete usato per fondere insieme le animazioni tradizionali e quelle più avanzate?

È interessante l’effetto della combinazione di effetti di animazione tradizionali e quella legata all’uso del computer. Abbiamo visto che i tatuaggi si prestavano a un tipo di animazione completamente tradizionale. Quindi abbiamo creato questa sfida di unire l’animazione tradizionale all’uso di tecnologie più moderne: i tatuaggi con un animazione 2D si muovono su un personaggio che è animato con tecniche a computer. Questa è stata la maggiore sfida. Anche perché i tatuaggi non sono sulla pelle ma si muovono sotto pelle, quindi è stata una sfida molto interessante.

Come sono stati scelti i doppiatori di Oceania?

In generale siamo stati molto fortunati a trovare le giuste voci per i personaggi. Per quanto riguarda Maui ho avuto sempre in mente Dwayne Johnson. Maui è un personaggio incredibile e Johnson non è da meno, ha una grande capacità di improvvisare e ha origini Samoane. Non avevo un piano B, speravo solo che mi dicesse di sì. Per quanto riguarda Vaiana è stato diverso: abbiamo fatto il cast a tante ragazze proveniente da tutto il mondo, anche con audizioni su youtube. Volevamo una ragazza dell’età di Vaiana (16 anni), che sapesse recitare, cantare e che avesse delle origini del Sud Pacifico. Dopo averle sentite tutte, ad una persona dello staff è venuto in mente di aver sentito in passato la voce di Auli’i Cravalho e l’abbiamo contattata.

La cosa incredibile è stata vederla di persona, perché assomigliava veramente a Vaiana ma il personaggio era già stato pensato e realizzato. Un’altra curiosità è che Vaiana ha 16 anni e Auli’i Cravalho li compie il giorno prima dell’uscita di Oceania.

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Com’è stato lavorare con lo sceneggiatore Taika Waititi?

Taika ha avuto un ruolo importante nella realizzazione del film. È uno straordinario sceneggiatore e regista. In generale abbiamo cercato di lavorare con il maggior numero  possibile di persone proveniente dalle isole del Pacifico. Anche Opetaia Foa’i è stato molto importante per le musiche di Oceania. Abbiamo cercato di creare un gruppo di ricerca, composto anche da antropologi, linguisti, tatuatori locali… La frase che ci ha accompagnato per tutto il nostro viaggio è stata:

Noi siamo stati ingoiati dalla vostra cultura, perché questa volta non provate voi ad essere inghiottiti dalla nostra?