Iron Man 3: recensione

Ed eccoci giunti a Iron Man 3, sequel di Iron Man 2 e settimo film del Marvel Cinematic Universe. La sceneggiatura del film, scritta da Shane Black e Drew Pearce, è ispirata alla storia Extremis scritta da Warren Ellis. Il film è interpretato da Robert Downey Jr., Gwyneth Paltrow, Don Cheadle, Guy Pearce e Ben Kingsley.

È il primo film prodotto dai Marvel Studios a essere distribuito dopo il crossover del 2012 The Avengers e il primo della cosiddetta Fase Due del Marvel Cinematic Universe, che porta al film Avengers: Age of Ultron nel 2015. La pellicola è stata diretta da Shane Black.

Iron Man 3

Tony Stark nella sua nuova armatura in una scena del film

Iron Man 3: una battaglia contro la paura dell’ignoto

Tony Stark soffre di attacchi di panico in seguito alla battaglia di New York contro i Chitauri. Non riuscendo a dormire, Stark costruisce dozzine di armature di Iron Man, cosa che lo porta a litigare con la sua fidanzata Pepper Potts.

Nel frattempo una serie di attacchi rivendicati dal terrorista conosciuto come il Mandarino lasciano le agenzie di intelligence nel buio a causa della mancanza di indizi per rintracciare i colpevoli.

Il capo della sicurezza di Stark, Happy Hogan, viene gravemente ferito in uno di questi attacchi, e Stark, in preda alla collera, sfida il Mandarino in diretta televisiva; quest’ultimo manda degli elicotteri a distruggere la villa di Tony a Malibu.

Maya Hansen, andata a casa di Stark per avvertirlo, riesce a sopravvivere all’attacco insieme a Pepper. Stark fugge con una delle armature, che l’intelligenza artificiale J.A.R.V.I.S. indirizza verso una cittadina del Tennessee, dove Stark sperava di trovare indizi su una strage simile in modalità a quelle del Mandarino.

Iron Man 3 è senza alcun dubbio un mix perfetto di azione, effetti speciali incredibili ma vi è anche l’elemento “profondità” che riesce ad incastonarsi perfettamente. Tony Stark, interpretato da un magistrale Robert Downey Jr., oltre a dover affrontare un disturbo post traumatico da stress si ritrova a dover fare i conti con un nemico che mette a dura prova lo status psicofisico del nostro eroe.

Il Mandarino nel film non è un autentico supercriminale: è un attore inglese fallito di nome Trevor Slattery, pagato per interpretare la figura del potente boss orientale per conto di Aldrich Killian, senza nemmeno essere consapevole che i suoi video vengono usati a scopo di minaccia terroristica.

Iron Man 3 quindi non è solo un’avventura dove la forza fisica risolve tutto ma la vera battaglia è dentro la mente di un Tony Stark che si sente sempre più piccolo e insignificante in confronto a ciò che c’è ancora la fuori. Il supereroe viene quindi richiamato all’azione su più fronti in un momento di massima vulnerabilità.
Iron Man 3

Le armature di Tony Stark in una scena del film

Iron Man 3: Azione e Psicologia si trasformano in un avventura strabiliante

Un film quindi che nel complesso riesce a soddisfare perfettamente lo spettatore e che supera di netto le prestazioni di Iron Man 2, grazie alla sua sceneggiatura adrenalinica e incentrata molto sulla psiche del protagonista che viene approfondita con molta accuratezza.

Peccato per qualche spunto della trama dove parecchi elementi tendono ad accavallarsi l’uno sull’altro generando confusione come nel prefinale dove abbiamo la sequenza del presidente che si va scontrare con Il Mandarino e la linea di Pepper Pots ma nel complesso resta comunque un buon film.

Regia - 3
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 3.5
Sonoro - 3.5
Recitazione - 3.5
Emozione - 3

3.3

Tags: Marvel